L’ex centrocampista olandese è uno spettatore particolarmente interessato al match tra i biancocelesti e i Feyenoord, in programma allo stadio Olimpico
Tra ricordi legati al passato e pensieri sul presente ed il futuro, Aron Winter ha provato a giocare in anticipo la sfida tra Lazio e Feyenoord, valevole per la quarta giornata della fase a gironi della Champions League. Il centrocampista olandese ha vestito la maglia della Lazio dal 1992 al 1996, disputando quattro campionati di livello. “Ho bellissimi ricordi dell’esperienza alla Lazio – ha detto -. C’era la sensazione che quella squadra stesse crescendo e che fosse destinata a lasciare il segno. Il presidente Cragnotti ha costruito passo dopo passo una squadra fortissima, con acquisti sempre più importanti. Nei quattro anni in cui sono stato alla Lazio, ci miglioravamo anno dopo anno”.
Winter ha trascinato la Lazio in Europa dopo sedici anni di assenza. In un momento nel quale riuscire ad emergere nel campionato italiano non era certo facile. “Negli anni novanta in serie A c’erano i migliori calciatori del mondo. Erano tutti qui: affermarsi in Italia voleva dire essere davvero un grande giocatore. E per uno straniero era ancora più difficile perchè, soprattutto nei primi anni, c’era un regolamento che non aiutava. Le società potevano tesserare tutti i calciatori stranieri che volevano, ma poi in campo ne andavano solo tre”. La sua avventura non iniziò bene, a causa di problemi legati al razzismo. “Ci furono delle scritte in città. Dei messaggi legati al razzismo. Ma io fin da subito non me ne sono preoccupato. Ho sempre pensato che avrei risposto con i miei piedi, con le prestazioni sul campo. E così è stato. E nei quattro anni che sono stato a Roma non ho mai avuto nessun problema. Anzi, con i tifosi, con la stampa, con i compagni, si è creato un rapporto bellissimo. Lo dico oggi, a distanza di anni e con un pizzico di orgoglio: sono sempre stato a fine stagione uno dei migliori centrocampisti del campionato. E non era facile in quegli anni”.
Oggi Winter è il commissario tecnico del Suriname. Ma, come evidenziato ai microfoni di Notizie.com, continua a seguire con passione le vicende della squadra biancoceleste. Che gli è rimasta nel cuore: “Certo. Lo scorso anno è arrivata seconda ed ha fatto benissimo. Quest’anno non mi ha fatto impazzire”. L’ex centrocampista biancoceleste ha visto con attenzione la gara d’andata tra Feyenoord e Lazio, che si è chiusa con la vittoria degli olandesi per 3-1. Winter, che ha il cuore diviso a metà tra Lazio e Ajax (rivali del Feyenoord), è rimasto deluso dall’atteggiamento degli uomini di Sarri. “Si, e non mi è piaciuta per niente. Forse anche la forza del Feyenoord e l’ambiente in Olanda hanno influito, ma la Lazio mi è sembrata timorosa, preoccupata. E’ mancato il possesso palla, la voglia di andare a fare male all’avversario. E l’unità. Per me la Lazio di oggi ha una grande rosa. Con tanta qualità; per quello la prestazione di Rotterdam è stata davvero inspiegabile. Ma sono sicuro che oggi allo stadio Olimpico sarà tutta un’altra storia”.
Questa sera la sfida può essere fondamentale per il cammino europeo dei biancocelesti. La Lazio è al terzo posto nel gruppo E, ad un punto dall’Atletico Madrid (secondo a 5) e due dal Feyenoord (primo a sei lunghezze): “Che partita mi aspetto? Una gara equilibrata, bella. Tra due squadre che amano giocare a calcio. Il Feyenoord è cresciuto tanto e come la Lazio ha una mentalità propositiva. Sono convinto che non assisteremo ad una partita chiusa”. Winter, nella sua esperienza a Roma, ha avuto come tecnico Zdenek Zeman. Un allenatore che alcuni hanno paragonato a Sarri: “Il paragone ci può stare: entrambi cercano di fare la partita, giocano con tre attaccanti, però se vai a vedere bene si tratta di due allenatori diversi. E la sensazione è che la Lazio di Zeman giocasse molto di più all’attacco rispetto a quella di oggi”. Rimanendo in tema di paragoni: la Lazio degli anni novanta aveva Beppe Signori, che nella classifica dei marcatori all-time biancocelesti è stato segnalato da Ciro Immobile…
“Due grandissimi attaccanti. Beppe aveva un sinistro fantastico. Mi è dispiaciuto leggere che a fine carriera ha avuto dei problemi. Immobile ha segnato tantissimo. Ora deve riprendersi dopo l’infortunio. Ritrovare la forma. E’ un grande bomber e e la Lazio non può fare a meno di lui”.
Se il paragone tra Sarri e Zeman e quello tra Immobile e Signori può avere delle fondamenta, Winter è invece convinto che nella squadra di oggi “non c’è uno come me. Scherzi a parte, non credo ci sia qualcuno con le mie caratteristiche. Io giocavo a tutto campo e facevo entrambe le fasi, riuscendo poi ad inserirmi tantissimo. La Lazio a centrocampo ha tanta qualità, ma a volte ho l’impressione che serva un pò più di attenzione e di cervello nella gestione di certi momenti della gara. Chi mi piace nel centrocampo biancoceleste? Sicuramente Luis Alberto: un grande giocatore ed ha fatto molto bene. Ha tanta qualità”. Chiusura dedicata ad un sogno nel cassetto. “Non ho rimpianti. A Roma sono stato benissimo e credo di aver lasciato un bel ricordo. E dentro di me cullo un piccolo sogno. Mi piacerebbe tornare e allenare la Lazio in futuro. Oggi sono il ct del Suriname, ma in futuro non si può mai sapere. E sarebbe una bella chiusura del cerchio”.