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Roma, arrestato stupratore seriale: “Il modus operandi è sempre lo stesso”

Si sono aperte le porte del carcere per un uomo, definito “lo stupratore seriale”. Per le autorità è il responsabile di numerosi episodi di violenza

Secondo gli inquirenti il “modus operandi è rimasto sempre lo stesso”. Attirava le sue vittime, provava a guadagnarne la fiducia mostrandosi gentile ed evidenziando dei pericoli o delle difficoltà e poi, una volta rimasti soli, le aggrediva. Lo stupratore seriale, al centro delle indagini delle forze dell’ordine, è stato arrestato. Per lui si sono aperte le porte del carcere. Una scelta che i giudici hanno spiegato nel dettaglio.

Arrestato a Roma lo stupratore seriale. Tante le vittime – Roma.cityrumors.it

L’ultimo episodio si è verificato l’otto maggio scorso nel cuore della capitale. Simone Borgese, accusato di stupro, è stato fermato dopo aver aggredito una studentessa. Le forze dell’ordine sono arrivate immediatamente a lui grazie al racconto e alla descrizione della vittima. Che ha spiegato nel dettaglio come si sono verificate le violenze. Ed il modus operandi. Che alle autorità ha ricordato quello già utilizzato in altre due occasioni.

Borgese era stato già fermato e condannato agli arresti domiciliari dal gip di Roma, che lo aveva ritenuto responsabile di due atti di violenza sessuale. La Cassazione  ha dichiarato inammissibile il ricorso dei difensori che avevano impugnato la decisione del tribunale del Riesame di piazzale Clodio che, a sua volta, aveva accolto l’appello presentato dalla Procura sulla richiesta di misura cautelare in carcere. Per lui ora, tornano ad aprirsi le porte del carcere.

Borgese, trentanove anni, ha già scontato una condanna di sette anni di reclusione, dopo essere stato ritenuto colpevole di uno stupro ai danni di una tassista. Anche in quell’occasione, la violenza si manifestò l’otto di maggio: ma del 2015. Il Giudice lo condannò al carcere. Una volta uscito, è tornato a colpire. Il giudice, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa per la violenza ai danni di una studentessa, afferma che per Borgese sussiste il “concreto pericolo”che torni a commettere “delitti della stessa specie di quello per cui si procede“.  Un pericolo che sarebbe “desumibile dalle modalità delle condotte, che dimostrano la volontà di sopraffazione dell’uomo cui fa da contorno al circostanza che il Borgese ha precedenti specifici”.

Le accuse rivolte a Borgese

Al 39enne romano è stata contestata anche la violenza sessuale aggravata per l’episodio avvenuto sei mesi fa. Una serialità, un modus operandi che non fa escludere agli inquirenti la possibilità che l’uomo sia autore di altri episodi e le indagini sono in corso per verificare eventuali altri casi.

La modalità delle violenze è stata molto simile a quella del 2015 e che portò alla sua condanna di sette anni. Stesso tipo di zona (una via isolata) e non distante da Piana del Sole dove Borgese aggredì sessualmente la tassista. Ad insospettire gli inquirenti inoltre la ‘sicurezza’ mostrata alla studentessa avvicinata in pieno giorno mentre si trovava alla fermata degli autobus sulla Magliana per tornare a casa. Borgese si è avvicinato a lei con la scusa di chiederle alcune informazioni stradali e l’ha convinta a salire in auto, fingendo di avere il cellulare scarico. La donna, che nons i aspettava una situazione simile, si è fidata dell’uomo e convinta di poterlo aiutare, l’ha fatto salire a bordo. Durante il viaggio ha iniziato a farle delle avances sempre più spinte e continue. Poi l’ha portata in una zona isolata ed ha iniziato ad abusare di lei.

Stuprò una donna nel 2015. Con lo stesso modus operandi ha violentato un’altra vittima pochi mesi fa (Ansa Foto) – roma.cityrumors.it

Una violenza inaudita, che si è consumata in auto. Solo dopo Borgese le ha restituito il telefono cellulare e l’ha riaccompagnata nei pressi di Villa Bonelli, permettendole di tornare a casa. La vittima, ancora visibilmente sotto shock, si è prima confidata con un’amica, poi ha detto tutto ai genitori, che l’hanno convinta a sporgere denuncia. Grazie alla descrizione fornita agli agenti e all’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, che puntavano sul percorso si è arrivati a Borgese. Oggi, colui che le autorità hanno definito come lo stupratore seriale, è tornato in carcere.