‘C’è ancora domani’ raggiunge l’impossibile! Il record è pazzesco

Altro traguardo storico per Paola Cortellesi: C’è ancora domani diventa il film più visto dalla pandemia ad oggi

Non ci sono più aggettivi per descrivere il successo strabiliante che C’è ancora domani ha accumulato nel corso di questa stagione cinematografica.

Mancano pochi giorni alla scomparsa dalle sale di tutto il bel paese del sorprendente esordio dietro la macchina da presa di Paola Cortellesi, ma, l’attrice, comica e regista romana, non ha intenzione di fermarsi: altro record raggiunto e altro blockbuster statunitense battuto.

La Cortellesi batte James Cameron

L’ultima vittima di Paola Cortellesi è un film che, a differenza dell’umile cortometraggio in bianco e nero della comica romana, è stato concepito e prodotto con un solo scopo: far vendere biglietti. Non fraintendeteci, è scontato evidenziare come la Cortellesi non abbia confezionato C’è ancora domani per fare beneficenza, ma è altrettanto utile differenziare lo scopo dei due progetti, per rendersi conto dell’impresa raggiunta con questa pellicola. Il film superato nelle ultime ore da C’è ancora domani è Avatar: la via dell’acqua. Si tratta di uno dei film più pubblicizzati e costosi della storia del cinema, nonché del sequel del film più redditizio di sempre. Il colosso di James Cameron, tuttavia, almeno alle nostre latitudini, non aveva fatto i conti con il convergere di svariati fattori, che hanno permesso a C’è ancora domani di confezionare una quantità impressionante di traguardi.

Avatar: la via dell’acqua (foto ansa.it) – Romacityrumors.it

Dopo aver superato Oppenheimer, esser entrato nella top ten dei film italiani più visti di sempre, aver battuto La vita è bella e persino Barbie, C’è ancora domani ha raggiunto e scavalcato la quantità di spettatori accumulata da Avatar: la via dell’acqua. Attraverso quest’ennesimo miracolo, il film della Cortellesi guadagna anche lo scettro di film più visto dall’inizio della Pandemia ad oggi. Parlare di freddi numeri spesso serve a ben poco, tuttavia, in questo caso, ci sentiamo di interpretare le statistiche come un monito per gli autori italiani, i quali avranno un punto di riferimento diverso dal solito. Da oggi, l’industria cinematografica italiana potrebbe essersi accorta di quanto sia sterile e poco remunerativo emulare goffamente la cinematografia statunitense.

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