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Trasporti

L’autobus numero 64 diventa elettrico: si teme per l’autonomia del mezzo

Roma prova a recuperare il tempo perduto per rendere finalmente verde la flotta dei suoi bus. A settembre sulla linea del 64, che collega la stazione Termini a San Pietro, sarà messa in circolazione la prima vettura interamente elettrica. Di quelle di nuova generazione, che si ricaricano alla fine di ogni corsa in cinque minuti. La batteria dura 40 minuti ma c’è l’incognita sull’autonomia ridotta: basta un po’ di traffico e il mezzo rischia di non completare il percorso in quel periodo.

Il progetto, comunque, è ambizioso: al termine della sperimentazione il Campidoglio vuole utilizzare questi mezzi per sostituire i filobus, che in questi ultimi anni hanno finito per restare quasi sempre fermi in deposito e creare forti disagi agli utenti.


Nonostante tutti gli sforzi e gli annunci dell’amministrazione Raggi, Roma è all’anno zero sul trasporto pubblico sostenibile. Pochi acquisti di mezzi interamente ibridi (un centinaio), alcuni di quelli meno impattanti sono arrivati anche difettosi, meno del 5 per cento negli ultimi mesi di corse green, i vecchi pollicini elettrici per il centro storico per molto tempo bloccati, perché non si trovavano le batterie di ricambio. Da qui la voglia di dare una svolta, con il Comune, la sua agenzia Roma Servizi per la nobiltà e Atac che stanno partecipando a un progetto sponsorizzato e finanziato da ministero delle Infrastrutture e che in Italia ha visto già sperimentazioni a La Spezia da parte dell’Atc e a Torino dalla Gtt.


Lunga autonomia – A settembre, come detto, a Roma circolerà un 12 metri, quindi in grado di ospitare anche 100 passeggeri seduti e in piedi, interamente elettrico realizzato dal Consorzio SmartBUS, composto dalle aziende E-CO, Higher e Chariot e che gira regolarmente a Tel Aviv o a Graz. Rispetto ad altri bus simili, questi mezzi non sono alimentati da batterie (che vanno sostituite in media dopo due o tre anni con non poche difficoltà di smaltimento), ma da un cosiddetto supercapacitore, un accumulatore che si ricarica alla fine di ogni corsa. Al capolinea, in questo caso alla fermata presso la stazione di San Pietro, c’è una centralina in grado di ricaricare il mezzo. Vista le distanze, alla fine della sperimentazione, il Campidoglio e Atac starebbero studiando di acquistare almeno una ventina di questi bus, per iniziare giù l’anno prossimo a metterli in circolazione sulle tratte oggi percorse dai filobus. Che – come dimostra la storia dei 45 mezzi comprati dalla giunta Alemanno – non sono mai stati veramente operativi sul corridoio della Laurentina, ma sono rimasti fermi nel deposito di Tor Pagnotta. Con le successive commesse, gli SmartBus saranno impiegati anche sulle linee ad alta frequentazione per e dal Centro.
Come detto, a coordinare questa sperimentazione è Roma Servizi per la Mobilità, che ha da poco stretto anche un accordo con Almaviva per dotare la capitale di una nuova centrale della mobilità: un cervellone per monitorare il traffico, l’erogazione del servizio del trasporto pubblico e le emissioni nella Capitale e nella sua provincia. Sono poi allo studio app destinati agli utenti per indicare percorsi alternative e tutte le informazioni necessarie sul Tpl.

Il Messaggero