L’eliminazione degli azzurri e il lavoro del ct è stato valutato alla luce del rapporto con l’ex capitano della Roma: “Molti romanisti come me, non sono obiettivi su Spalletti”. E qualcuno parla di maledizione…
L’Italia ha salutato gli Europei in Germania al termine di un’avventura tutt’altro che esaltante. La Nazionale è stata eliminata agli ottavi di finale dalla Svizzera, che si è imposta con un netto 2-0. La sconfitta con gli elvetici è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’ultimo tassello di un cammino negativo, che ha visto gli azzurri stentare all’esordio con l’Albania (vittoria striminzita 2-1in rimonta e miracolo di Donnarumma nel finale), perdere con la Spagna (1-0 senza mai tirare in porta), pareggiare in extremis con la Croazia (rete di Zaccagni all’ottavo minuto di recupero) e perdere con gli elvetici. Un 2-0 che poteva essere ancora più netto alla luce delle tante occasioni crate dagli svizzeri.
I tifosi azzurri hanno criticato a lungo i calciatori e il tecnico Spalletti, rimproverandogli un gioco poco esaltante e i risultati poco esaltanti. Una debacle che, alcuni tifosi giallorossi avevano ampiamente pronosticato. “Le basta fare un giro qui in città, parlare con qualche tifoso e sentire il giudizio sul tecnico. Credo che tutti la pensino allo stesso modo”. A parlare, fuori da Montecitorio, è Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, che per una volta lascia da parte la politica e si concentra sul calcio. “Lo confesso, io su Spalletti sono prevenuto”, esordisce. Gasparri è un noto tifoso della Roma e non dimentica il modo in cui il ct della Nazionale lasciò la capitale.
Soprattutto la lunga diatriba con Francesco Totti. “Il mio giudizio su Spalletti? Vi dico una cosa: ho avuto modo di vedere Tognazzi, l’attore che ha interpretato Spalletti nella serie su Francesco Totti e gli ho ricordato di quando criticò il suo personaggio. Quello che uscì fuori da quelle sei puntate lo hanno visto tutti. E si tratta di una fotografia abbastanza chiara del personaggio”. Gasparri ha le idee chiare sul tecnico della Nazionale. E il modo in cui terminò la sua avventura nella capitale, resta uno scoglio difficile da superare. “Noi siamo tutti un pò romanocentrici e viviamo il ricordo di Luciano Spalletti alla luce del contrasto che ci fu tra lui e Francesco Totti e durante gli anni in cui lavorarono a Roma. Quindi dichiaro la mia non terzietà in questa discussione: io sono tottiano e contro Spalletti a prescindere”.
Qualcuno nella capitale ha parlato di una sorta di maledizione nei confronti di Spalletti: nata all’indomani dell’addio di Totti alla Roma, spinto da un rapporto disastroso con l’allora tecnico: “Io sono un tifoso di Totti e sono rimasto indispettito da come lo ha trattato”, continua Gasparri. “Ma non sono solo io a pensarla così: noi romanisti abbiamo tutti lo stesso pensiero: si faccia un giro e vedrà qual è il giudizio dei romani su Spalletti: i tifosi della Roma non gli hanno perdonato quel trattamento”. Nessun dubbio sul valore del tecnico. “Assolutamente: stiamo parando di un allenatore che ha vinto lo scudetto in Russia e a Napoli, stravincendo il campionato. Il valore non è messo in discussione e bene ha fatto Gravina a puntare su di lui quando Mancini ha lasciato la panchina. Se doveva dimettersi ora? Ma io non sono in grado di decidere: non posso decidere sul presidente degli Usa, figuratevi sul ct dell’Italia”.
La sconfitta di Spalletti, malvisto da una buona parte dei tifosi della Roma, potrebbe aver allievato la delusione per l’eliminazione degli azzurri? “Mi dispiace per l’eliminazione, ma su Spalletti, come dicevo, non riesco ad essere imparziale – conclude Gasparri -. Ha convocato diversi giocatori della Roma? Ma non è quello il punto. Parliamo di uno che ha trattato in quel modo Totti. Se qualcuno si è sentito in dovere di realizzare una fiction su quell’argomento, vuol dire che si tratta di un qualcosa che ha colpito in tanti. E molti faticano a dimenticare quello che è successo”.