Roma è conosciuta come la “Città Eterna”. Un nome evocativo, che richiama al passato glorioso, ma anche al futuro luminoso.
Molte città in tutto il mondo hanno soprannomi popolari, ed è sempre molto interessante capire cosa si nasconde dietro a questi nomignoli. Ad esempio, New York City si chiama La Grande Mela perché lo scrittore sportivo John J. Fitzgerald coniò il soprannome della città e lo ha usato regolarmente nella sua colonna, e da lì ha preso piede.
Proprio come New York City, Roma ha un soprannome con una fonte su cui la maggior parte degli studiosi sembra concordare. Una persona, in questo caso un poeta, ha semplicemente pensato di chiamare Roma “la città eterna” e l’ha scritta perché gli altri la ripetessero. Tuttavia, il resto della storia è leggermente più complesso.
Sebbene gli esseri umani possano essere esistiti nell’area che oggi è conosciuta come Roma 5000 anni fa, la maggior parte degli studiosi indica il 753 a. C. come data di fondazione della Città Eterna. Nel 500 a. C., l’area era una piccola città-stato in mezzo a un impero nascente. Il suo apice potrebbe essere stato nel I secolo, quando l’Impero Romano copriva territori dall’odierna Gran Bretagna all’Egitto, insieme al Mediterraneo. Il resto, come si suol dire, è storia.
Roma, la città eterna
Ma Roma non è solo conosciuta come la Città Eterna. Roma era (ed è) conosciuta anche come Caput Mundi, la capitale del mondo. “Caput Mundi” è una frase latina che si traduce in “Capitale del mondo” o “Capo del mondo”. La frase riflette la percezione che Roma, come capitale dell’Impero Romano e successivamente come centro globale di potere e influenza, detenesse una posizione di primo piano nel mondo antico.
Il termine “Città Eterna” per riferirsi a Roma è stato usato per secoli e può essere fatto risalire a tempi antichi. Tuttavia, l’origine esatta del soprannome è sconosciuta. La frase è stata usata da vari poeti, scrittori e storici nel corso della storia nel tentativo di catturare l’essenza duratura dell’eredità di Roma e dei suoi significativi contributi storici, culturali e spirituali.
Il poeta Tibullo è accreditato da molti studiosi come il primo a riferirsi a Roma come “Urbs Aeterna“, che si traduce dal latino alla “Città Eterna”. Questo nome deve essere stato diffuso tra i romani, perché poeti come Virgilio e Ovidio hanno continuato con il motivo di Roma come città duratura nelle rispettive opere.
Nell’Eneide, il poema epico di Virgilio, il poeta descrive Roma in questo modo: “Imeprium sine fine”, che si traduce in inglese come “un impero senza fine”. Si ritiene che questo atteggiamento orgoglioso nei confronti della città in questa frase derivi dalla sensazione dei cittadini che anche se gli imperi fossero sorti e caduti, la città sarebbe durata per sempre. Migliaia di anni dopo, il nome e la città, insieme alla poesia e alle storie ad essa collegate, sono sopravvissuti.