La tragedia della giovane ragazza siciliana morta in seguito alle complicazioni dovute all’anestesia, ha riportato alla luce il problema degli studi medici non abilitati per interventi chirurgici
L’autopsia non ha fatto altro che confermare quelli che erano i sospetti fin dalla prima ora. Margaret Spada è morta a causa della mancanza dell’attrezzatura idonea per un pronto intervento in caso di una qualsiasi complicanza durante l’intervento di rinoplastica. La 22enne è morta per arresto cardiocircolatorio in un quadro di “sofferenza acuta”, come ha sottolineato il referto ufficiale dell’autopsia effettuato presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Tor Vergata a Roma.
Oggi è la giornata dedicata ai funerali della sfortunata ragazza, ma il suo caso ha fatto emergere altri casi simili di altre operazioni condotte nel famigerato studio medico, testimonianza che fanno riflettere, proprio alla luce della morte di Margaret e di quante persone hanno così rischiato la vita affidandosi a medici senza scrupoli.
Dalla Sicilia a Roma per un piccolo intervento estetico che si è tramutato con un incontro fatale con la morte. Margaret Spada era arrivata a Roma per operarsi nello studio di Marco e Marco Antonio Procopio, padre e figlio, entrambi ora indagati per omicidio colposo, a pochi passi dal quartiere Eur, nel quadrante sud della Capitale. Una rinoplastica, intervento considerato di ruotine nell’ambiente, che da tempo sognava di effettuare. L’annuncio sui social l’ha convinta e, accompagnata dal fidanzato, è partita per Roma. Un viaggio senza ritorno.
L’autopsia sulla ragazza ha confermato le cause del decesso, a capo di una catena di errori madornali, dai momenti che hanno preceduto l’intervento a quelli successivi, quando si sono presentati i problemi post anestesia, che lo studio non era assolutamente in grado di affrontare e che neanche la corsa nel vicino ospedale Sant’Eugenio, ha saputo affrontare per tentare di salvare la ragazza arrivata già in coma irreversibile. Inutile chiedersi il perchè della tragicità dell’evento, è importante però farsi più di una domanda sul come sia possibile permettere a dei professionisti di operare in un ambiente senza la regolare licenza per farlo, senza l’attrezzatura adatta e senza i minimi requisiti quindi di sicurezza per i pazienti.
Dai giorni successivi alla tragica morte di Margaret, più di una sono state le testimonianza di altre persone che si sono affidate allo studio medico dove i Procopio operavano, un ambulatorio senza il permesso di operare. La prima a raccontare una storia simile è stata la giornalista sportiva Maria Rita Misuraca, 25 anni anche lei siciliana, sempre per una rinoplastica nello studio medico di Marco Procopio. Le sue parole sono come macigni sulla vicenda, tremori e tachicardia post-anestesia, episodi che inizialmente le erano stati descritti come normali, ma oggi assumono tutta una valenza differente.
Soprattutto per ,lo scampato pericolo. 2800 euro tutto compreso, questo il costo per l’intervento al naso, così come è sttao confermato anche da un’altra ragazza che ha preferito restare anonima, tutto in nero, con un semplice documento scritto a penna su un foglio A4 senza intestazioni, timbri o firme. Nel 2008 lo studio era stato oggetto di un provvedimento di chiusura perché sprovvisto di autorizzazione a operare, ma siamo nel 2024 e di interventi ne sono stati fatti diversi e, senza la morte di Margaret, chissà in quanti avrebbero continuato a rischiare la vita.