Mourinho show nell’intervista post partita. Lo Special One si presenta ai microfoni parlando portoghese, per non rischiare incomprensioni.
Sembra incredibile, ma, ancora una volta, la Roma di José Mourinho è riuscita a trionfare per il rotto della cuffia, recuperando da un gol di svantaggio e conquistando i tre punti agli sgoccioli.
Gran parte del merito va senza dubbio ad un solo giocatore, capace di illuminare, anche nei momenti più controversi della gara, la manovra giallorossa. Paulo Dybala è immenso, ma, stavolta, anche Mou ci mette del suo, indovinando i cambi giusti al momento opportuno.
Lo Special One, dopo ore di fuoco, causate dalle dichiarazioni sull’arbitro designato per la sfida con i neroverdi e dalle frecciatine a Berardi, giunge ai microfoni di Dazn, ma, stavolta, decide di parlare in portoghese, per evitare di venir frainteso: “Parlo in portoghese perché il mio vocabolario italiano non è così forbito per esprimere certi concetti, come quello sulla stabilità che è una qualità forte e necessaria per rendere al massimo livello”. Mou entra nel merito: “Voglio ringraziare la proprietà e Tiago Pinto che nelle ultime 24 ore mi hanno offerto sostegno e stabilità emotiva di cui si necessita per continuare questo lavoro. Mi hanno dato fiducia. Quella di oggi è stata importante e meritata. La squadra, anche quando era sotto 1-0, è stata quella migliore in campo”.
Ecco poi la delucidazione di un episodio controverso avvenuto nel finale: “Riguardo alla situazione che ha destato un po’ di malumore ai tifosi e allo staff del Sassuolo quando non abbiamo restituito il pallone, mi sono avvicinato a Dionisi e gli ho detto che per ricevere fair play è necessario darlo e nel Sassuolo c’è un giocatore in particolare che è carente in questo”. Insomma, come sovente capita allo Special One, ecco un’altro colpo di maestria dal punto di vista comunicativo. La vittoria poi, concede a Mou di giocare con le parole e le dichiarazioni, senza il rischio di risultare inutilmente arrogante. Insomma…tutto si può contestare al tecnico, meno la capacità di dare spettacolo.