Una situazione davvero complicata per migliaia di famiglie di uno dei quartieri della Capitale alle prese con un disservizio che ha creato notevoli disagi
Sembrava una mattinata come tante altre anche se piovosa con il conseguente traffico più congestionato come sempre accade quando sulla Capitale cade una quantità superiore alla norma di acqua. Ma per migliaia di famiglie l’acqua che cadeva dal cielo plumbeo diventava un paradosso una volta arrivati davanti alle entrate di alcune scuole del quartiere Labaro, uno dei più popolosi nel quadrante Nord della Capitale.
Un’improvvisa carenza nel servizio idrico ha infatti impedito ad alcuni dirigenti scolastici di aprire alle lezioni i rispettivi plessi scolastici proprio per la mancanza di acqua corrente nei bagni e nelle sale refettorio degli istituti. Un problema enorme per centinaia di genitori costretti ad aspettare una decisione finale e poi un posto dove sistemare comunque i figli a quel punto impossibilitati ad entrare in aula.
L’intervento di manutenzione alle condutture era stato anche previsto tanto che l’Acea, l’Azienda Comunale Energia e Ambiente che gestisce il servizio idrico a Roma, aveva diramato degli avvisi sia in loco sia sul proprio sito internet, ma la sorpresa è stata comunque enorme per centinaia di genitori quando questa mattina hanno trovato le scuole di ogni ordine e grado del quartiere Labaro, nella zona Nord di Roma, chiuse per mancanza del servizio idrico nei rubinetti dei plessi scolastici.
Uno stop temporaneo alla fornitura infatti che, pur se annunciato il giorno precedente, ha colpito una zona più ampia di quella indicata, generando un effetto a catena che ha stravolto routine, impegni lavorativi e organizzazione familiare. Bambini rimandati a casa, genitori in affanno e scuole chiamate a gestire l’emergenza in tempo reale. Insomma il caos acuito poi anche dalla pioggia che incessante è caduta sulla Capitale fin dalle prime luci dell’alba rendendo ancora tutto più caotico a partire dal traffico.
Un asilo, nido, due scuole dell’infanzia chiuse, i ragazzi di una scuola media che hanno atteso ulteriori notizie sul piazzale antistante al freddo e sotto la pioggia prima di capire se in seguito i cancelli si sarebbero aperti oppure no. Genitori nel caos in attesa di sapere se potevano andare a lavoro oppure dovevano prima trovare una sistemazione ai figli impossibilitati ad entrare in classe, le chat bollenti nel tentare di capire chi avesse notizie più dettagliate, in pratica il caos che ha avviluppato l’intero quartiere nell’attesa che la situazione venisse anche chiarita una volta per tutta dagli stessi dirigenti scolastici anche loro però in attesa del ripristino del servizio idrico che permettesse così loro di aprire di nuovo i cancelli d’entrata.
Nel frattempo i bambini a casa, genitori in ritardo al lavoro e costretti a barcamenarsi tra permessi, nonni e baby sitter chiamati all’improvviso dall’emergenza, tanto che qualcuno ha addirittura portato i figli in ufficio. La frustrazione è stata tanta tra i genitori soprattutto perchè le famiglie lamentano l’assenza di una comunicazione tempestiva e la difficoltà nel capire perché scuole così distanti dall’area segnalata siano state comunque colpite.