Con la maglia della Lazio si è messo in evidenza in una delle stagioni più eroiche della storia biancoceleste: oggi fa il clochard e rischia la vita…
A quale Lazio ti senti più legato? Alzi la mano chi, tra i tifosi biancocelesti, non si è trovato almeno una volta a rispondere a questo quesito. La stragrande maggioranza dei laziali non ha dubbi, ed ha sempre risposto alla stessa maniera, posizionando sul podio, tre Lazio del passato: la Banda Maestrelli, che cinquanta anni fa ha portato a casa il primo scudetto della storia (celebrata a lungo a maggio scorso), la Lazio del 2000, guidata dal compianto Sven Goran Eriksson e capace di riportare lo scudetto nella capitale, e la squadra del Meno Nove, che nella stagione 86-87 fu capace di una vera e propria impresa, recuperando nove punti di penalizzazione (quando una vittoria ne valeva due) e salvandosi dalla serie C agli spareggi.
In quella squadra, guidata da Eugenio Fascetti, e che in campo era trascinata da gente come Giuliano Fiorini, Mimmo Caso, Gabriele Pin, Angelo Gregucci e Fabio Poli, c’era anche un attaccante, capace di lasciare il segno e di mettersi in evidenza, nonostante il poco spazio concessogli. Un centravanti moderno, che nelle gerarchie partiva alle spalle dei titolari, ma che nel corso della stagione è stato in grado di ritagliarsi il suo spazio e di risultare decisivo. Con un gol che è risultato fondamentale per la salvezza della squadra.
Il suo nome è Maurizio Schillaci. La sua, è una storia molto particolare. Maurizio è il cugino di Salvatore (per tutti Totò), l’eroe di Italia novanta, colui che ha trasformato il Mondiale italiano nelle Notti Magiche, ancora oggi rievocate. Ma rispetto al parente più famoso (che oggi lotta in ospedale contro un male), Maurizio ha avuto una carriera e una vita meno fortunata: colpa di scelte sbagliate, di infortuni che lo hanno progressivamente allontanato dai campi da gioco e che lo hanno portato su strade diverse, al limite della legalità ed in perenne difficoltà.
La sua storia nel mondo del calcio inizia prestissimo: a diciassette anni si mette in evidenza con la maglia rosanero del Palermo: la sua città. Poi il passaggio al Licata, dove incontra Zdenek Zeman. Il tecnico boemo, come da consuetudine, esalta il gioco dei suoi attaccanti, ed il giovane Maurizio segna valanghe di gol. La Lazio si interessa a lui: il Direttore Sportivo Carlo Regalia (che ha costruito la squadra da affidare a Fascetti e che era chiamata a recuperare una maxi penalizzazione, frutto del secondo filone del calcio scommesse), lo sceglie come alternativa a Giuliano Fiorini, il bomber amato dai tifosi e dall’allenatore.
Maurizio è giovane, ma riesce ugualmente a mettersi in evidenza: il 21 dicembre regala ai tifosi della Lazio un Natale con i fiocchi, decidendo la sfida sul campo del Cagliari. Fascetti lo getta nella mischia al 65′ al posto di Mandelli e dopo due minuti, Schillaci Jr. realizza il gol dell’uno a zero, che risulterà decisivo. A fine stagione la Lazio raggiungerà la salvezza in extremis e quei due punti di Cagliari risulteranno decisivi. Schillaci colleziona undici presenze e a fine stagione si trasferisce al Messina: poi il passaggio alla Juve Stabia e il ritorno al Licata. Poche presenze, pochissimi gol e tanti infortuni: la sua carriera arriva alla fine. Schillaci intraprende una parabola discendente che lo porta ad appendere gli scarpini al chiodo.
Per Maurizio iniziano i problemi: la droga, le condizioni fisiche precarie, la vita da clochard: il mondo del calcio si dimentica di lui, le amicizie scompaiono e la vita si fa sempre più dura. Ogni tanto qualcuno lo cerca, lo intervista, gli regala qualche minuto di serenità ripensando alla Lazio e alla sua esperienza nel mondo del calcio. Maurizio vive per strada e viene aiutato dalle associazioni che si occupano dei senza tetto. Pochi giorni fa è stato lanciato un ulteriore appello. Sulla sua pagina Facebook una volontaria (che si occupa prevalentemente della salute dei cani), ha lanciato un allarme per Ciccio, il bastardino che vive con Maurizio Schillaci e che ora si trova in ospedale.
“Come sapete stiamo aiutando Maurizio Schillaci il clochard con il cane di Piazza Verdi (Teatro Massimo). Sta facendo un percorso sanitario, esami etc e noi lo aiutiamo con la gestione del suo cane. Maurizio si trova in uno stato di denutrizione importante. È stanco di alimentarsi con pietanze acquistate (panini, pasta al forno etc). Mi ha detto che gli mancano i sapori di casa e non quelli delle gastronomie. Ed allora vi chiedo… Riusciamo ad organizzare dei turni e cucinare un pochino l’uno portando delle cose cucinate fatte in casa ?“. Gli interventi dei volontari lo hanno aiutato spesso. “Ho mandato un’associazione di terzo settore che si occupa di clochard da Maurizio. Questa associazione collabora con dei medici ed hanno un’ambulanza in cui curano e visitano i clochard presenti in città. Tramite il loro intervento hanno predisposto un day hospital oggi per Maurizio all’Ospedale Civico per accertamenti. Non sappiamo se seguirà un ricovero nei prossimi giorni o meno. Ieri siamo andati a prendere il suo cane Ciccio per portarlo in una pensione che lo sta ospitando“.
Le associazioni si stanno occupando delle visite di controllo di Maurizio Schillaci e delle condizioni del suo cane Ciccio. “Maurizio Schillaci oggi aveva l’ennesimo appuntamento in ospedale per un controllo, invece di spostare Ciccio in pensione per poche ore oggi ha fatto lunghe passeggiate e ricevuto coccole dalla mia amica Simonetta. Maurizio sta sistemando delle cose nella sua vita e noi lo stiamo supportando“.