Il tecnico della Roma Daniele De Rossi svela per la prima un segreto, che lo riporta alle prime avventure da allenatore
Da gennaio scorso, Daniele De Rossi ha preso il posto di Josè Mourinho ed è diventato il nuovo tecnico della Roma. L’ex capitano giallorosso ha iniziato un nuovo ciclo sulla panchina della sua squadra del cuore, chiudendo la scorsa stagione al sesto posto e raggiungendo le semifinali di Europa League. Quest’estate ha partecipato alla ricostruzione della squadra, consigliando la società ed esponendosi in prima persona, anche in situazioni difficili: su tutte quella legata a Dybala. Quando l’argentino sembrava ad un passo dal trasferimento in Arabia Saudita, De Rossi si espose, con parole chiare: “Alla Roma nessuno ha il posto assicurato”, assicurò.
La panchina della Roma era nel destino di Daniele De Rossi, che una volta appesi gli scarpini al chiodo ha subito iniziato a studiare per diventare tecnico. Dopo l’avventura nello staff della Nazionale di Roberto Mancini e pochi mesi alla Spal, l’ex capitan futuro ha colto la palla al balzo ed ha sostituito Mourinho, risollevando una squadra che sembrava in difficoltà, e portandola a recuperare posizioni in campionato e raggiungendo la semifinale di Europa League.
Come nasce la passione di Daniele De Rossi per la panchina? Il tecnico giallorosso svela un segreto curioso. Il primo contatto con il ruolo di tecnico, avvenne quando, giovanissimo, si divertiva nei giochi manageriali. “Una volta esisteva Football Manager, noi lo chiamavamo Scudetto. Era pieno di questi giochi, e noi eravamo sempre dentro al gioco; lo facevamo diventare una parte importante dei nostri pomeriggi, non c’era la PlayStation. Il gioco di calcio manageriale era il mio preferito; con i miei amici, d’estate, rinunciavamo al mare e ognuno si creava la propria squadra”.
De Rossi e il segreto a Football Manager
La prima volta di De Rossi come tecnico della Roma, arrivò presto: “Ogni tanto usavo come nome quello del mio allenatore dell’Ostiamare, ma il più delle volte sceglievo la Roma e facevo l’allenatore della Roma. A me poi è capitato davvero, spero di essere un po’ più bravo rispetto a Football Manager; lì ogni tanto spegnevo e riaccendevo senza salvare, così le partite perse non si contavano (ride, ndr). Qui devo chiedere se è possibile farlo, ma temo di no”.