Trama: “Maria ha quindici anni, l’animo ingenuo e il corpo prorompente; Cicciotta la chiama il signor Francesco, a cui ogni giorno lei, che lavora a servizio, porta il caffè e rifà il letto. Ne è innamorata, con l’ingenuità dei suoi pochi anni, la stessa che l’uomo saprà piegare al suo volere, senza alcuna tenerezza; Teresa ha pochi anni in più e il suo bambino, figlio di uno degli uomini a cui s’è data sperando di ricevere amore, è nato morto. Lei ha un male incurabile, e si contorce sul lettino numero cinque di un ospedale, in mezzo a file interminabili di ammalate. Eppure in quel dolore le pare che, se l’amore venisse ora, saprebbe riconoscerlo come un sentimento nuovo. Ma l’amore, come le rondini che si poggiavano sempre sul davanzale, non verrà più”.
L’amore muto è una raccolta di racconti che hanno come protagoniste le donne, donne reali e spesso catapultate nei contesti più duri della vita, nulla viene regalato loro.
I racconti potrebbero essere considerati “tristi” perché mancano di lieto fine, ma secondo la mia chiave di lettura in realtà potrebbero essere definiti come veri: la vita (soprattutto quella nella prima metà del 1900) per le donne non aveva quasi mai un lieto fine, un per “sempre felici e contenti”.
La cosa che più ho apprezzato nel libro è stata la scelta della terza persona e di
denominare le protagoniste “ella”, questo mantiene un’anonimato che ti permette di
immedesimarsi in loro. Alla fine della lettura mi sono sentita arricchita e questa è una sensazione che non posso dire di
avere spesso.
Io ringrazio ancora la casa editrice, “Readers for Blind”, che mi ha dato la possibilità di leggerlo.
Noi ci vediamo lunedì prossimo per una nuova recensione.