C’è ancora troppa confusione tra ISEE e nucleo familiare: quando un figlio fa reddito e quando si può ometterlo.
Siamo nel periodo storico del bonus, quel momento in cui gli incentivi sembrano essere l’unica speranza di tappare una grossa lacuna economica dovuta all’inflazione. A regnare padrone sulle decisioni di assegnare o meno un sostegno ai cittadini è il cosiddetto ISEE, o Dsu (dichiarazione sostitutiva unica). Grazie a questa, è possibile attestare l’indicatore della situazione economica della famiglia più ulteriori indicatori di reddito e patrimoniali. Tuttavia, la dichiarazione ISEE è diversa dalla dichiarazione dei redditi: non sono indicati soltanto i redditi del dichiarante, ma di tutti i componenti del nucleo familiare. Alla luce di ciò, inserirli in maniera corretta è un passaggio determinante.
Se un componente, per esempio, lavora in maniera autonoma ed ha un conto intestato contenente del saldo, può cambiare in maniera significativa l’accettazione o meno di un beneficio. Come noto, più componenti rientrano nello stesso nucleo e più aumenta la scala di equivalenza, giovando positivamente sull’ISEE. Il discorso cambia se questo componente porta a casa una somma di reddito. Alla luce di ciò, è importante non sbagliare nel momento della compilazione della Dsu, ma quando il figlio risulta maggiorenne fa reddito autonomo? Dipende dai casi.
Per rispondere a questo quesito è bene fare un po’ di chiarezza. In primo luogo bisogna capire chi fa parte del nucleo familiare. Rientrano nello stesso stato di famiglia, mediante un certificato che rilascia il Comune, tutti i componenti della famiglia anagrafica. Con l’ISEE, il discorso è distinto: il nucleo familiare ISEE può essere differente dal primo e addirittura non coincidere con il nucleo familiare certificato in Comune.
Vi sono però diversi dubbi: un figlio maggiorenne che non convive più con i genitori costituisce un nucleo familiare a sé? Il fatto di avere un’altra residenza non costituisce l’unico motivo per costituire un nuovo nucleo familiare. Se un figlio non convive con i genitori, fa parte del loro nucleo familiare esclusivamente quando di età inferiore a 26 anni, è a loro carico, e non è sposato o con figli. Se nel discorso inverso, un figlio possiede un reddito personale (in base all’età), e/o ha più di 26 anni e/o ha una nuova famiglia, esce automaticamente dal nucleo. Al di fuori di questi casi, anche se il figlio in questione sposta la residenza, rimane comunque a carico della famiglia.