Non si ferma l’escalation criminale a Ostia. Dopo le bombe e gli atti intimidatori di quest’estate, nella notte tra martedì e mercoledì si è verificato un incendio sulla spiaggia libera di Ponente.
Le fiamme hanno interessato alcuni bagni chimici posizionati sull’arenile, noto come Verde, ex Faber Beach. Secondo gli investigatori giunti sul posto si tratterebbe di un atto doloso. Sulla spiaggia infatti, come molte altre comunali, non ci sono corrente, quadri elettrici o altro materiale infiammabile.
L’allarme è stato dato dai residenti, che si sono accorti di una colonna di fumo e fiamme alzarsi. I vigili del fuoco sono intervenuti per domare il fuoco. L’incendio ha lasciato pochi danni, ma resta alta l’attenzione sulla criminalità del litorale romano.
Come detto, gli investigatori non hanno alcun dubbio sul fatto che non si sia trattata di una bravata, soprattutto dopo le quattro bombe che sono esplose in cinque giorni. Il prefetto ha convocato un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica prima di Ferragosto.
Non è la prima volta che il lungomare romano viene preso di mira dai delinquenti. Negli anni sono molti gli episodi di incendi da parte di piromani. A settembre di due anni fa furono dati alle fiamme due bagni chimici della spiaggia sul lungomare Duca degli Abruzzi, e prima quelli della spiaggia dei cani. All’epoca la commissione prefettizia che amministrava il Comune di Ostia lanciò appelli a non abbassare la guardia.
Dietro all’incendio della scorsa notte sembra esserci la stessa dinamica e sempre la stessa matrice mafiosa dei clan. Ogni anno le gare per l’aggiudicazione dei litorali della zona vanno a vuoto e per questo il prefetto, durante la sua amministrazione dopo lo scioglimento del Comune per mafia, ipotizzò un collegamento tra questo fenomeno e il “possibile controllo esterno sulla procedura di aggiudicazione”.
La spiaggia Verde è rimasta senza gestione per tutta l’estate, dopo che il presidente del X Municipio aveva tentato di coinvolgere un imprenditore di Ostia affinché la gestisse. Per evitare di compromettere la trasparenza dell’operazione non se n’è fatto nulla