Il direttore del Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale, Stefano Cervi ha espresso tutti i suoi dubbi sul piano per migliorare la riscossione del Comune in una mail spedita all’assessore al Bilancio di Virginia Raggi, Gianni Lemmetti.
“Numeri a casaccio, percentuali che oltre ad essere stratosferiche non significano nulla”.
La lettera è stata inviata il 17 gennaio scorso, dopo la conferenza stampa in cui la Raggi annunciava “un nuovo modello di relazione tra la pubblica amministrazione e i cittadini, basato sulla responsabilità reciproca”.
In questo modo si dovrebbe riuscire a guarire una delle piaghe storiche della Capitale, la riscossione colabrodo dei tributi. Una voragine che sfiora gli 8 miliardi di euro (7,9 miliardi nel 2018, l’ultimo dato disponibile, mentre nel 2017 era a quota 7,5 miliardi); un tesoro di carta fatto di Imu, Ici, multe dei vigili, bollettini della Tari, tariffe delle mense, canoni per l’occupazione di suolo pubblico. Crediti che l’amministrazione non riesce a riscuotere.