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Eventi Culturali

Futuro Festival, danza e cultura contemporanea al Brancaccio: la Compagnie Hervé KOUBI con “Boys Don’t Cry”

TEATRO BRANCACCIO

22 LUGLIO ore 21

BOYS DON’T CRY

Compagnie Hervé KOUBI
Coreografia: Hervé Koubi – Fayçal Hamlat
Testo: Chantal Thomas – Hervé Koubi
Danzatori: Badr Benr Guibi – Mohammed Elhilali – Oualid Guennoun – Bendehiba Maamar – Nadjib Meherhera – Houssni Mijem – El Houssaini Zahid
Musica: Diana Ross – Oum – canti tradizionali russi
Creazione musicale: Stéphane Fromentin
Arrangiamenti: Guillaume Gabriel
Luci: Lionel Buzonie
Costumi: Guillaume Gabriel
Tournée italiana Live Arts Management Srl
Produzione: Compagnie Hervé KOUBI
Coproduzione: Centre Chorégraphique National de Créteil et du Val de Marne – Compagnie Käfig / Théätre de Cusset – Scène conventionnée – Scène régionale d’Auvergne.

Il 22 luglio al Futuro Festival dalla Francia arriva la Compagnie Hervé KOUBI che con “Boys Don’t Cry  offre un proprio nuovo linguaggio nato dall’influenza delle danze urbane e di quella contemporanea.

Costruito sulla base del lavoro della scrittrice francese Chantal Thomas attorno a un’improbabile partita di calcio – terreno di “gioco” e di “danza” – Boys don’t cry, creazione 2018 di Hervé Koubi per sette dei suoi quattordici danzatori, è una riflessione sulla costruzione dell’identità in una società “chiusa”, attraverso momenti di testo parlato combinati allo stile caratteristico della compagnia, tra hip-hop e fluidità contemporanea. Cosa significa scegliere di diventare ballerino quando sei un ragazzo, specialmente quando provieni da Paesi dove la differenza di genere pesa ancora tanto sui destini individuali.
Il lavoro gioca sul cliché del giovane uomo che preferisce la danza agli sport tipicamente “maschili” e sulla tensione che questa scelta può causare con la famiglia e con la società. Solo abbracciando la gioia trascendente della danza, questo gruppo di giovani uomini riuscirà ad affrancarsi dalla mascolinità tossica a cui la cultura dominante della società di appartenenza li vorrebbe destinati. Boys don’t cry è uno sguardo, allo stesso tempo serio e giocoso, sul diventare adulti in una società dove la via predestinata non è quasi mai quella desiderata. Ma in senso più ampio lo spettacolo è anche un messaggio sulla libertà di essere se stessi al di là di ogni condizionamento.