La mostra internazionale dei “100 Presepi in Vaticano” quest’anno è stata spostata all’esterno per via della pandemia e delle misure di sicurezza necessarie.
Molte le rappresentazioni presenti, a partire dal presepe che arriva da Amatrice con Gesù Bambino che viene fatto nascere sotto una tenda della Protezione Civile. Il presepe contenuto in un estintore dei Vigili del Fuoco, quello dentro un libro di preghiere e un altro fatto con le matite colorate. Una in particolare raffigura Gesù bambino deposto sulla scalinata della basilica di San Pietro, il crocifisso miracoloso di San Marcello alle spalle e Papa Francesco a fianco, riproducendo la preghiera solitaria del 27 marzo, in pieno lockdown.
Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, ha inaugurato il percorso espositivo ricordando il tema della fiducia.
“Il significato del presepe è un segno di speranza, attraverso il quale vediamo ancora una volta una luce in fondo al tunnel. Stavolta è la speranza di dare sostegno alla fatica di tanti scienziati, uomini e donne per portarci a vedere una luce in fondo al tunnel con la nostra capacità di saper accogliere il Natale e assieme questo dono che ci viene fatto.
Abbiamo scelto di realizzare la mostra all’aperto proprio per andare incontro alle regole anti contagio”.
Conclude Fisichella: “Quando siamo davanti al presepe siamo davanti alla semplicità di una rappresentazione dell’amore di Dio nei nostri riguardi. Il Signore ci ama così come siamo. E dobbiamo avere in noi la certezza che non siamo soli perché tante persone vivono con noi questo stesso momento e soprattutto perché Dio non ci abbandona mai”.