Ancora vivide in chi le ha vissute sulla spiaggia le immagini delle prime 32 tartarughe nate dalle
uova dischiuse sulla spiaggia… e poi altre e ancora altre. Nel Lazio fino ad oggi sono stati rilevati
otto siti seguiti e protetti dai volontari a partire dalla deposizione più un sito nel quale si sono
trovate tartarughine dopo la schiusa. Tre di questi nidi sono a Terracina.
Ma non possiamo non rilevare che il contesto in cui tutto questo accade mostra l’evidenza di
fenomeni climatici sempre più estremi, frequenti e devastanti. Molte specie stanno reagendo al
cambiamento: alcuni uccelli migratori stanno cambiando le date di arrivo e di partenza anno dopo
anno, le fioriture stanno anticipando, le specie montane si spingono, finché possono, in alta quota,
a causa dell’innalzamento delle temperature.
In questo quadro si inseriscono anche le deposizioni di uova delle tartarughe marine che sono
avvenute lungo il litorale del Lazio e che hanno visto i volontari del WWF, collaborare attivamente
con Tartalazio nel monitoraggio e controllo dei siti, finché, avvenuta la schiusa, le tartarughine
hanno raggiunto il mare, loro habitat naturale.
La missione della nostra Associazione però, non può fermarsi a questo intervento, seppur preciso,
puntuale ed appassionato ma traendo spunto dalla eccezionalità di questi eventi, deve allargare il
campo di visione e porre all’attenzione di tutti i fenomeni di meridionalizzazione e
tropicalizzazione del nostro Mare Mediterraneo.
In estrema sintesi, la meridionalizzazione consiste nello spostamento verso nord e comunque
verso aree originariamente più temperate, di specie marine che normalmente non le abitavano,
mentre si parla di tropicalizzazione quando specie non presenti in Mediterraneo lo raggiungono e
vi si stabiliscono, passando dal canale di Suez e/o da Gibilterra.
Per esemplificare, la schiusa di uova di tartarughe Caretta dalle nostre parti, è prova della
meridionalizzazione mentre la presenza ormai diffusa di Barracuda, lo è della tropicalizzazione dei
nostri mari.
Per concludere i volontari del WWF sono stati e saranno sempre in prima linea nella salvaguardia
delle specie marine ma non possono tacere sulla innaturalità di taluni eventi e richiamare
l’attenzione di tutti, sulla necessità di variare gli stili di vita affinché la febbre del nostro Pianeta cali
e si normalizzi.