Montesacro, terzo municipio di Roma, sta vivendo una fase di inarrestabile declino.
Uno dei motivi è l’insicurezza diffusa, le rapine ai danni dei cittadini.
Già lo scorso anno era una delle zone maggiormente prese di mira per furti e rapine, come riportava Radio Colonna, un giornale on line, nell’assai poco invidiabile classifica che metteva ai primi posti (non Corviale o Tor Bella Monaca!) ma Montesacro:
https://www.radiocolonna.it/cronaca/inseguimenti-spari-e-rapine-roma-tocca-il-record/
Per venire a tempi più recenti, il 17 marzo scorso, Luca Luceri segnalava, nello stesso blog municipale , “un’ondata di furti d’auto” proprio in questo municipio:
https://www.montesacrotalenti.it/ondata-di-furti-dauto/
Io stesso ho subito il furto della macchina… e non a Napoli o in Campania, o in Sicilia o in Puglia, dove regnano le grandi criminalità organizzate (e dove sono stato tranquillamente con la stessa macchina), ma il pericolo vero era in casa… o meglio nel cortile di casa!
Da questo punto di vista via Passo del Turchino (traversa di via Villa di Faonte) è perfetta per rendere la strada spianata ai ladri.
Una via apparentemente tranquilla, senza uscita, con in fondo un grande cortile al numero 72, che la sera resta al buio e col cancello sempre aperto notte e giorno … e pieno di auto incustodite da prendere d’assalto.
Pochi giorni prima avevano tentato di rubare le gomme di un’altra auto e qualche tempo fa, sempre nel cortile e nelle ore serali, è stato aggredito e derubato un anziano inquilino, appena sceso dalla sua auto. Tutto nell’impunità più assoluta.
C’è un problema di carenza di illuminazione notturna che incoraggia atti di criminalità questo genere, visto che le luci presenti nel cortile sono quasi tutte spente.
Eppure basterebbe poco per scoraggiare questo fenomeno, come ad esempio mettere una telecamera all’ingresso della via (senza uscita) oppure più semplicemente, rimettere in funzione le luci del cortile.
Resta l’amarezza di cittadini in balìa del degrado e dell’insicurezza, nell’indifferenza più assoluta delle istituzioni.
Luigi Cherubini