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Il sociologo Roma sulla ricandidatura della Raggi: “Occorre rimotivare la città”

Il giudizio del sociologo e urbanista Giuseppe Roma, una vita come direttore del Censis e ora presidente del Centro di ricerche Rur, è chiaro e guarda al futuro della Capitale.

“Qui ci vuole qualcuno capace di ridare la parola alla Capitale d’Italia. I talenti e le opportunità sono afoni. Vanno collegati e messi a sistema per tornare allo sviluppo.
Bisogna che qualcuno si metta a cucire tutte le energie di Roma, le faccia parlare fra di loro, le metta a sistema e dia parola all’orgoglio di questa Capitale.
Serve un politico motivatore. Roma può andare oltre un commissario. E non basta un ex dirigente dell’Expo perché non c’è buona amministrazione senza sviluppo. La città va mossa tutta assieme. Certo, vanno chiuse subito la questione dei rifiuti e dell’Atac, anche a costo di una gestione straniera. Ma la missione numero uno del prossimo sindaco di Roma è quella di creare un clima positivo coinvolgendo tutte le forze sul terreno”.

Continua Roma:
“A me Roma pare sottovalutata. Giro parecchio e spesso sento sminuire Roma. La si giudica con un filo di sufficienza di troppo.
Difetti alla città non ne mancano. Però tutti abbiamo notato come durante il lockdown sia scattato un rispetto rigoroso delle regole da parte della popolazione. E anche un funzionamento discreto del sistema sanitario. Tutto questo non viene riconosciuto.
La verità profonda è che Roma soffre di una mancanza strutturale: ha relativamente poca finanza. Qui non si sente la portata di quel potere finanziario che fa considerare più vivaci e attrattive altre capitali europee. Questo non vuol dire che a Roma manchino capacità sul fronte dell’economia reale e della progettazione.
Non è una caso che la quota italiana di vaccini anti-Covid sia sperimentata a Roma, fra il centro Irbm di Pomezia e lo Spallanzani. Poi, a sorpresa, qui c’è anche la capacità manifatturiera di sfornare 4/500 milioni di dosi del vaccino in una fabbrica modernissima ad Anagni. Se tutto andrà bene, fra poco si potrà dire che Roma avrà risolto il caso-Covid in Europa. Non è roba che si inventa dall’oggi al domani”.