La data è stata fissata al 4 maggio, quando il governo dovrebbe allentare le misure di restrizione dovute al coronavirus. Per quel giorno, si prevede la possibilità di riapertura per numerose aziende in tutto il territorio italiano.
Eppure a Roma sembrerebbe che il 40 per cento delle attività che potrebbero tornare a lavorare, non siano pronte per farlo in totale sicurezza. Nel Lazio sono ferme 420mila aziende su 775mila totali, considerando che il 75% è tra Roma e provincia.
Una realtà su 4 ha bisogno di più tempo per adeguarsi alle norme di sicurezza imposte per la riapertura. SI parla di modifiche agli spazi interni, dotazioni di barriere protettive per diminuire il rischio di contagio e acquisto di dispositivi di protezione individuale da consegnare ai lavoratori. Misure che la Regione Lazio inserirà nei decaloghi per ogni settore, da rispettare tassativamente per ripartire.
vità: dal 4 maggio priorità al via nelle fabbriche, mentre per negozi e ristoranti ci si muoverà con più cautela.
Delle difficoltà delle imprese a riaprire si è discusso ieri in una videoconferenza tra il vicepresidente della Regione, Daniele Leodori, e i vertici delle Camera di Commercio laziali – quella di Roma era guidata dal presidente Lorenzo Tagliavanti – per discutere delle tappe del progetto Lazio sicuro. Qui il mondo delle aziende non ha nascosto le proprie difficoltà. Così come è stato fatto notare che il numero di ditte incaricate della sanificazione degli ambienti risulta insufficiente per coprire tutte le attività.