“Non ci arrendiamo – si legge nella nota diffusa dal Coordinamento contro l’inceneritore di Albano – Nessuno dei cittadini che da più di un mese sostengono il presidio davanti alla discarica e che tutti i giorni con ostinazione e tenacia controllano, e per fortuna a volte respingono, le decine di camion di rifiuti, si arrende agli ostacoli e alle difficoltà e alle ingiustizie che continuano a contraddistinguere questa vicenda:
– Il foglio di via per chi, senza infrangere alcuna legge, protesta per denunciare le irregolarità della gestione dei rifiuti
– La carenza di controlli da parte di Arpa Lazio ma che in ogni caso attestano superamenti dei valori consentiti
– La mancata presa di posizione da parte della Regione Lazio su tutte le irregolarità denunciate: inquinamento delle falde, inefficacia degli atti con cui si è consentito il rinnovo e voltura dell’AIA, assenza di informazioni sullo stato della bonifica nonostante dalle analisi stia risultando incompleta; a tutto questo si aggiunge la pressione della società Colleverde per affrettare l’approvazione del progetto per il suo impianto!
– La senteza del TAR che respinge la richiesta di sospensiva cautelare del comune di Albano con questa indigeribile motivazione: “non vi è dimostrazione che l’attività autorizzata dall’atto impugnato apporti in sé un aggravamento della contaminazione del sito, tale da arrecare un pregiudizio irreparabile alla salute e all’ambiente”! Quanta ipocrisia!”.
A seguito della bocciatura dei ricorsi dal comune di Albano e di Ardea dal Tar, domani alle 17:00 si terrà un’altra manifestazione di protesta dei cittadini residenti in città.
“Per tutto questo occorre essere in tanti a denunciare le irregolarità di gestione di questo impianto, l’incompatibilità di presenza di una discarica che inquina irrimediabilmente l’ambiente circostante e altrettanto incompatibile e non necessaria la presenza di un impianto “bio” metano o TMB che inevitabilmente produrranno altro inquinamento e disagio alla popolazione. Insieme ce la possiamo fare!” aggiungono gli organizzatori della protesta.