Il Comune ha deciso di ri-avocare a sé l’utilizzo di questo tesoretto, un patrimonio da circa 1,5 milioni di euro che non sarà iscritto a Bilancio ma gestito in un’ottica di supporto sociale e culturale nell’interesse della città;
in parte dunque sarebbero destinate anche alla Caritas nonché ad altri soggetti (anche laici) che si occupano di volontariato.
“Fontana di Trevi è un bene del Campidoglio e tocca quindi all’amministrazione pubblica gestire i fondi prodotti da quel sito”
già dall’Ottobre del 2018 si specificava a riguardo che ad occuparsi della raccolta sarà Acea e si anticipava l’idea di internalizzare l’utilizzo di tale gettito prorogando la convenzione con la Caritas fino a marzo 2019.