Un nuovo ordine del giorno presentato alla Camera sta già sollevando diverse polemiche: i politici da oggi non potranno più farlo
Prima di chiudere per ferie a Montecitorio è stato presentato un ordine del giorno che ha fatto storcere il naso a molti. Da ora in avanti ai deputati sarà vietato adottare un certo comportamento quando sono in ‘orario di lavoro’, ecco di cosa si tratta.
Una nuova stretta sul deputati. Un ordine del giorno che parte da un ex pentastellato che oggi siede tra le fila di Fratelli d’Italia: l’onorevole Salvatore Caiata. Abbandonate le velleità calcistiche – è stato presidente del Potenza calcio – e detto addio agli spalti grillini, Caiata ha presentato un testo che a molti non è proprio andato giù. Alla Camera serve più decoro e, quindi, i deputati e le deputate non potranno più fare una certa cosa che hanno sempre fatto. Le polemiche non sono tardare ad arrivare.
Prima di chiudere per ferie, il Parlamento ha deciso di mettere i puntini sulle “i”. Mentre sulle pensioni è ancora un nulla di fatto e tutto è stato rimandato a settembre, sull’abbigliamento dei deputati non si può transigere un minuto di più. È una questione di decoro secondo alcuni.
È vero che l’abito non fa il monaco ma è ancor più vero che ogni luogo ha il suo dress code. Dunque basta camice semi sbottonata e scarpe da ginnastica a Montecitorio. L’onorevole Caiata chiede che anche alla Camera, come già avviene in Senato, venga introdotto l’obbligo di indossare la cravatta e scarpe eleganti. E, naturalmente, al bando le scollature per le colleghe donne.
Queste ultime erano già state aspramente criticate nel 2019 da un altro deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, il quale pubblicò sui social un video nel quale mostrava il modo a suo dire inadeguato in cui le sue colleghe si presentavano in Aula e commentava il tutto con la frase “Benvenuti a Montecitorio beach”.
L’onorevole Caiata ha suggerito anche di allestire spogliatoi per chi arriva a Montecitorio in bicicletta, in modo da potersi cambiare prima di entrare in Aula. Un ritorno ad un decoro rigoroso, come ai tempi di Amintore Fanfani. La prima versione del testo era chiarissima: cravatta e niente sneakers.
Tuttavia è stato ben presto riformulato in versione soft e più vaga. Nella nuova versione dell’Ordine del giorno si legge solo un blando invito a “valutare l’opportunità di introdurre regole per un abbigliamento consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell’istituzione“. Tutto viene rimesso all’idea di “decoro ” propria di ciascuno. Del resto siamo nell’epoca del soggettivismo. Il rischio però è che i deputati e le deputate da ora in poi non sappiano più come devono andare vestiti a lavoro.
Samanta Airoldi