Il Tar del Lazio ha deciso: la centrale termonucleare di Montalto di Castro va abbattuta

Il Tribunale regionale ha emesso la sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto nel 2018 da Enel Produzione Spa e ha deliberato lo smantellamento definitivo dell’impianto

La società elettrica ha già annunciato ricorso, dato che aveva chiesto l’annullamento dei provvedimenti adottati dal Comune di Montalto al fine della demolizione delle strutture, assumendone la sopravvenuta illegittimità edilizia, in conseguenza del venir meno del programma nucleare nazionale dopo il referendum del 1987, nell’ambito del quale era stata autorizzata la realizzazione della Centrale.

La centrale di Montalto di Castro nel 2008 – Romacityrumors.it

 

L’impianto doveva essere una centrale elettronucleare situata nel comune di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, e costituita da due reattori da 982 MW di potenza elettrica netta ciascuno, a uranio leggermente arricchito, moderati ad acqua leggera e raffreddati secondo lo schema ad acqua bollente. I lavori di costruzione non vennero mai completati perchè nel frattempo un referendum popolare blocco il programma sul nucleare del Governo italiano. Soltanto qualche anno dopo, i lavori che vennero portati a termine la riconvertirono in centrale termoelettrica.

Bocciata la richiesta dell’Enel

Nel 2022 la Enel Produzione Spa aveva presentato il primo progetto al mondo di riconversione culturale, trasformare la centrale elettrica di Montalto di Castro in un vero e proprio distretto dell’innovazione energetica, con annesso museo della transizione energetica nell’area che era destinata alla centrale nucleare. Ora questo progetto ha ricevuto uno stop quasi definitivo dal Tar del Lazio che ha deliberato che l’ex centrale termonucleare, poi trasformata in centrale termoelettrica, dovrà essere abbattuta, respingendo il ricorso presentato dalla stessa società energetica nel 2018. Nel dispositivo della sentenza, il Tar rileva che “resta fermo il dovere delle parti di prestarsi reciproca leale cooperazione di buona fede nell’esecuzione dell’ordinanza di demolizione e degli altri atti impugnati, assicurando ogni opportuna iniziativa, con oneri a carico di Enel, per attuare il recupero urbanistico ed edilizio del comprensorio secondo i fini stabiliti dall’ente locale e con le modalità necessarie a prevenire l’aggravamento delle condizioni dei luoghi che la stessa Enel ha prospettato”.

Riconvertita a centrale termoelettrica – Romacityrumors.it –

 

Dovrà essere abbattuta

Dopo il referendum nazionale del 1987, che chiude le porte all’energia nucleare in Italia, la centrale termonucleare ancora in costruzione viene riconvertita in centrale termoelettrica a ciclo combinato policombustibile, e comincia a produrre energia nel 1992.  La centrale smise di funzionare e fu dismessa nel 2015 e dal 2017 è cominciata l’opera di smantellamento del sito. Enel ha sempre cercato di riqualificare la zona, ma ora la sentenza arrivata dal tribunale regionale mette definitivamente la pietra tombale su altri progetti e tutta la struttura, compresi i due sarcofagi sigillati, dovranno essere abbattuti. “I volumi realizzati (a suo tempo legittimamente) e non recuperati ad altre funzioni (produzione di energia con altre fonti non nucleari), sono divenuti privi di titolo a tutti gli effetti e quindi abusivi”, queste le motivazioni della sentenza che calano il sipario sul tentativo di recupero del sito.

Impostazioni privacy