Al termine il commissariamento della sanità nella regione Lazio; si tornerà ad assumere e a costruire nuove sedi ospedaliere.
Non c’è ancora, però, la tanto attesa riduzione dell’Irpef, che vale lo 0,5 per cento sull’aliquota; uno sconto di circa 800 milioni di euro che nei bilanci di previsione sono già stati impegnati. Ci sono investimenti sul fronte dell’edilizia sanitaria e sull’acquisto di strumentazioni più moderne che non consentono un taglio immediato dell’Irpef.
Per quanto riguarda le assunzioni va fatto un discorso differente; il blocco del turnover non consentiva di sostituire chi andava in pensione, gli organici si sono ridotti e l’età media degli operatori in corsia era in aumento. Con l’uscita dal commissariamento, il piano prevede l’assunzione, tra medici e infermieri, di almeno 1.200 unità ogni anno.
Nel Lazio, i dipendenti della sanità sono 47.323. Dall’inizio del piano di rientro quella cifra è diminuita di almeno diecimila unità. L’obiettivo, entro la fine della legislatura, è di immettere in totale 5.000 tra infermieri e medici, puntando anche a 7.000 grazie ad alcune possibilità offerte dal nuovo patto della salute. Più dipendenti dovrebbero aiutare anche ad affrontare una delle piaghe della sanità laziale, le liste di attesa e l’affollamento dei pronto soccorso.