Queste le parole della sindaca Raggi, scritte sul suo profilo Facebook:
“Qualcuno vuole riportare “l’apostata” al “precedente credo”. La “gestione dei rifiuti di Roma, da tempo immemorabile, si è fondata su una “commistione tra attività legali ed illegali” ma oggi “si constata un inceppamento”: queste sono le parole che la Procura Nazionale Antimafia utilizzava nel 2016 per descrivere la recente rottura di un “meccanismo” perverso nel ciclo dei rifiuti. Fatto di amicizie “poco raccomandabili” che alcuni privati utilizzano per smaltire in modo economico e veloce.
Incendi nei Tmb, fuoco ai cassonetti, danni alle strutture e ai mezzi di Ama: Roma è #sottoattacco e non siamo solo noi a dirlo. Parlano i dati, le inchieste e i report delle forze dell’ordine. In questa intervista, realizzata dopo gli eventi che hanno distrutto il Salario e danneggiato Rocca Cencia, il magistrato Roberto Pennisi – procuratore della Direzione Nazionale Antimafia – fornisce la sua chiave di lettura, parlando di un possibile “sabotaggio”.
Gli incendi all’interno delle strutture di smaltimento e trattamento dei rifiuti, come dimostrano numerose indagini, sono un affare in mano alle cosiddette eco-mafie. Affari milionari che coinvolgono tutto il ciclo dei rifiuti, a partire proprio dagli imprenditori che – spesso – hanno agito in modo illegale. Non solo mafiosi “con la coppola”, interni alle cosche, ma spesso piccole associazioni criminali a cui rivolgersi “al momento giusto”.
Ma Roma rappresenta un caso unico: gli incendi non servivano a bruciare i rifiuti, ma hanno colpito direttamente le strutture pubbliche di Ama. Noi abbiamo reagito, abbiamo alzato la guardia, innalzando i livelli di sicurezza ed il monitoraggio sui nostri siti. Roma non si piega.”