State pensando di iscrivere i vostri figli in palestra o di fargli fare qualsiasi altra attività sportiva? Prestate la massima attenzione a questo esame
Stai pensando di far fare a tuo figlio o a tua figlia un’attività sportiva? Vorresti permettergli di mettersi all’opera in uno sport agonistico che possa consentirgli di passare del tempo fuori casa e divertirsi con gli amici? Prima di iscriverlo in palestra, a calcio, o ginnastica artistica o fargli frequentare un qualsiasi sport, è necessario che si sottoponga ad un esame.
L’ospedale pediatrico Bambin Gesù ha lanciato un allarme, rivolto a tutti i genitori: per evitare problemi di salute e mettere i vostri figli nelle migliori condizioni, bisogna prima effettuare una visita specialistica, che riesca ad evitare l’insorgere di problemi cardiaci e permettere ai minori di poter sostenere l’attività fisica in tutta sicurezza.
Gli esperti consigliano di effettuare sempre l’elettrocardiogramma: necessario per il rilascio della certificazione sportiva agonistica. L’esame rappresenta un grande strumento di screening, necessario per scovare in anticipo eventuali problemi cardiaci: su tutte le cardiomiopatie o patologie che possono portare alla morte improvvisa: anche dei più giovani, che non hanno mai manifestato problematiche di salute. Lo studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, pubblicato sulla rivista ufficiale della Società Europea di Cardiologia Pediatrica (Cardiology in the Young), ha rilevato la presenza di anomalie nel tracciato elettrocardiografico di numerosi minori.
Secondo quanto evidenziato dall’ospedale romano, circa il 9% dei 600 tra bambini e ragazzi esaminati, ha riscontrato la presenza di anomalie dopo l’elettrocardiogramma. Il 3% dei giovanissimi atleti, dopo ulteriori approfondimenti, sono stati sospesi precauzionalmente dall’attività agonistica per le problematiche cardiache riscontrate. L’importanza dell’elettrocardiogramma è evidente: si tratta di un esame molto semplice ed efficace, che registra l’attività elettrica del cuore in forma di grafico, attraverso una sequenza di onde e segmenti rettilinei. Una di queste onde – l’Onda T – rileva in particolare la ripolarizzazione ventricolare, potremmo dire il “tempo di ricarica” del cuore. Normalmente la forma di questa Onda è positiva, con la curva verso l’alto rispetto all’asse orizzontale del grafico. Quando invece è negativa, può essere generalmente indice di possibili anomalie del muscolo cardiaco (sia in termini di struttura muscolare che di regolare perfusione sanguigna).
La presenza dell’Onda T negativa nell’elettrocardiogramma, anche in individui molto giovani e apparentemente sani, può essere considerata un’anomalia nella ripolarizzazione cardiaca e sollevare preoccupazioni riguardo l’idoneità all’attività sportiva agonistica. In questi casi, i protocolli di valutazione per l’attività fisica prevedono ulteriori accertamenti come ecocardiogramma, risonanza magnetica e TAC cardiaca, al fine di raggiungere una diagnosi o escludere eventuali cardiopatie sottostanti.
Lo studio ha permesso ai ricercatori dell’Ospedale Bambin Gesù e agli esperti di Medicina dello Sport di promuovere e divulgare uno studio in grado di valutare la prevalenza di anomalie della ripolarizzazione (inversione dell’Onda T) in una popolazione di giovani atleti agonisti e determinare se queste anomalie, rilevate dal tracciato ECG, possano essere associate all’insorgenza di cardiomiopatie in assenza di altre caratteristiche patologiche.
Questa ricerca (svolta in collaborazione con i colleghi della Radiologia Toracica e Cardiovascolare Avanzata e della Cardiologia e Aritmologia di San Paolo, Palidoro e Santa Marinella) ha visto il coinvolgimento di circa seicento ragazzi: 581 atleti dall’età media di quindici anni, prevalentemente di sesso maschile (l’ottanta per cento) selezionati nell’arco di 18 mesi per la valutazione dell’idoneità all’attività sportiva agonistica. Per 53 di loro (9%) sono state rilevate anomalie nel tracciato ECG legate alla presenza dell’inversione dell’Onda T (WTI). Sottoposti ad indagini ulteriori (ecocardiogramma, Holter ECG, RMN o TAC cardiaca), 17 di loro (il 3% sul totale degli atleti analizzati) non hanno potuto ricevere l’idoneità all’attività sportiva agonistiche a causa delle patologie cardiache riscontrate: 8 cardiomiopatie, 2 miocarditi, 5 ponti miocardici, 2 anomalie coronariche. I restati 36 atleti con WTI – in assenza di patologie rilevate – hanno ottenuto l’idoneità agonistica con l’indicazione di controlli ravvicinati ogni 6-12 mesi.
Numeri impressionanti: se questi giovani atleti non si fossero sottoposti a questo tipo di esame, avrebbero intrapreso una regolare attività sportiva, a rischio della propria salute. “La probabilità che gli atleti agonisti abbiano una cardiomiopatia nascosta è bassa, ma non trascurabile. Lo screening elettrocardiografico, preliminare all’idoneità sportiva agonistica, si conferma dunque un’ottima opportunità per identificare precocemente cardiomiopatie e altre patologie che aumentano il rischio di morte improvvisa in giovani atleti apparentemente sani“, ha ribadito Ugo Giordano, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina dello Sport dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
“Le eventuali anomalie della ripolarizzazione, segnalate dall’inversione dell’Onda T, vanno sempre indagate e approfondite rivolgendosi a centri specializzati. In Italia i protocolli di valutazione per l’accesso all’attività sportiva agonistica sono giustamente molto rigorosi”, continua lo specialista. “La visita specialistica per il rilascio dell’idoneità prevede la visita cardiologica, l’elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo, l’esame spirometrico e un referto di esame delle urine. Per l’attività sportiva non agonistica, malgrado non vi sia un obbligo in questo senso, il consiglio dei Medici dello Sport è quello di effettuare sempre l’elettrocardiogramma a ogni visita per il rilascio del certificato, in considerazione del suo valore quale strumento di screening per la salute”.