Una donna ha continuato a percepire il sussidio nonostante avesse guadagnato una somma importante (non dichiarata) alle slot. Ora rischia grosso
Per alcuni il reddito di cittadinanza è come un diamante… “E’ per sempre“. Avere un sussidio continuo e garantito nel tempo, è un vantaggio di non poco conto. Da provare a conservare sempre. Anche quando la legge non lo prevede. Se migliaia di persone, impossibilitate a lavorare ed in grosse difficoltà, hanno potuto sfruttare un importante aiuto economico, che ha permesso loro di superare momenti di crisi, esistono anche molti (troppi) casi di chi ha approfittato della legge, traendone un guadagno illecito. Il caso di una ragazza romana, che da anni percepisce il reddito, è emblematico.
Una donna di 29 anni, residente a Roma, rischia un anno e quattro mesi di carcere, per aver continuato a percepire il reddito di cittadinanza, nonostante avesse vinto 120.000 euro alle slot machine. La donna, al momento della richiesta del reddito di cittadinanza, soddisfaceva tutti i requisiti ed ottenne facilmente il sussidio. Ma nel corso dei mesi, e mentre continuava a percepire la somma mensile, fu protagonista di una bella vincita. La classica situazione che può cambiare e migliorare la vita di ogni persona.
La donna ha guadagnato in un colpo solo, quello che probabilmente non avrebbe mai potuto percepire in dieci anni di lavoro. Ma si è dimenticata di avvisare le autorità competenti della vincita e del cambiamento del suo status, evidentemente incompatibile con il sussidio statale. L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Tivoli ha scoperto la verità ed ha fatto partire il procedimento nei suoi confronti.
La legge, in casi del genere, è molto chiara. Secondo quanto disposto dall’art. 7 del d.l. n. 4 del 2019, convertito dalla l. n. 26 del 2019, salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all’art. 3, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni. Il secondo comma della disposizione afferma che l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio entro i termini di cui all’art. 3, comma 8, ultimo periodo, commi 9 e 11, è punita con la reclusione da uno a tre anni.
Sabato scorso è partita l’udienza, durante la quale il Pubblico Ministero Mauro Masnaghetti, ha chiesto la condanna di un anno e quattro mesi di reclusione per la donna, colpevole di omessa denuncia della sua vincita e di continuare ad essere percettrice del reddito di cittadinanza. Anche quando non ne aveva le possibilità.