Un imprenditore ha ricevuto la minaccia da una donna che, secondo l’accusa, è la figlia della sua amante. Ma c’è un colpo di scena…
“Dammi 300.000 euro o giro a tutti i tuoi conoscenti il video hard che hai girato con mia madre”. Questo, secondo l’accusa il tono della minaccia che un imprenditore facoltoso di Roma Nord si è sentito rivolgere dalla figlia di una donna con la quale aveva avuto in passato una storia extra coniugale e che era all’oscuro di tutto. Un piano dettagliato, studiato nei minimi dettagli, che è però saltato a causa della decisione dell’uomo, che ha preferito denunciare piuttosto che pagare.
Ma sulla vicenda restano ancora numerosi dubbi tanto che il Giudice, al termine della camera di consiglio, invece di pronunciare la sentenza, come previsto, ha preferito prendere tempo. La storia risale al maggio del 2021. Cristina Ferla, che aveva 38 anni, stava spulciando nel computer di famiglia ed ha trovato dei video hard nei quali si vedeva la madre fare sesso con un uomo: un imprenditore molto conosciuto a Roma e proprietario di diverse cliniche. Secondo la Procura, Ferla avrebbe escogitato un piano semplice, ma terribilmente efficace, per provare a spillare dei soldi all’imprenditore.
“Preferirà pagare piuttosto che andare incontro ad uno scandalo”, il pensiero della donna ipotizzato dalla Procura, che avrebbe iniziato a portare avanti il suo piano criminale: secondo la ricostruzione degli investigatori, Ferla avrebbe utilizzato un telefono riconducibile a uno straniero per contattare il facoltoso imprenditore e far partire il ricatto. Scatta un ultimatum, al quale l’uomo preferisce non rispondere. Arriva un’altra telefonata (che l’imprenditore registra), nella quale la donna al telefono non solo continua con le richieste di denaro e nelle minacce di divulgare i video, ma indica anche un Iban sul quale versare tutti i soldi.
Il ricattato tergiversa, continua a prendere tempo, ma a quel punto la ricattatrice si spazientisce ed invia alla moglie il video. L‘uomo, messo alle strette va alla Polizia e denuncia tutto. Dai controlli fatti sull’Iban, risulterebbe intestato alla figlia della sua amante. L’uomo poi, davanti agli inquirenti, ha dichiarato che quei video li ha spediti solo alla donna con cui aveva una relazione. Due coincidenze che hanno fatto scattare la denuncia nei confronti di Cristina Ferla.
Ma l’accusata nega ogni coinvolgimento: “Io non ho ricattato mai nessuno, non è mia la voce al telefono. E poi, quale ricattatore è così stupido da indicare gli estremi del proprio conto corrente?”. Parole che hanno fatto breccia sul Giudice che, come detto, invece di emettere una sentenza, ha preso tempo ed ha disposto una consulenza fonica sugli audio dei ricatti per accertare se la voce registrata è dell’imputata. Un esame che potrebbe risultare decisivo per la chiusura delle indagini.