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Suicidio Luca Ruffino: l’autopsia rivela che non aveva malattie gravi

Ho accumulato tensioni e sofferenze che hanno saturato i miei spazi. Vi chiedo scusa”. 

Resta solo questo biglietto ai familiari di Luca Ruffino, e i suoi cari lo conserveranno ricordando che sono state le ultime parole del presidente della holding Visibilia, ex gruppo della ministra del Turismo Daniela Santanché.

Suicidio Luca Ruffino: l’autopsia rivela che non aveva malattie gravi (Ansa Foto) roma-cityrumors.it

I primi risultati dell’autopsia

Dopo che la Procura ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti, ipotizzando il reato di istigazione al suicidio, sono emersi i primi risultati dell’autopsia, che è stata effettuata all’Istituto di medicina legale di Milano.

Luca Ruffino non era affetto da malattie gravi, tali da giustificarne il suicidio. Questa prima analisi emersa dall’esame al cadavere escluderebbe un possibile motivo di salute dietro alla decisione di togliersi la vita. Inquirenti e investigatori quindi, ora credono che si sia ucciso per motivi personali. Ma anche che il manager possa essere in qualche modo stato “indotto” al suicidio, ad esempio attraverso minacce.

All’autopsia non ha partecipato l’avvocato di Luca Ruffino, Fabio Re Ferrè, che ha deciso di non nominare un consulente, avendo “piena fiducia nella scrupolosità della Procura”. 

Suicidio Luca Ruffino: le parole dei figli

Siamo distrutti dal dolore per un gesto al quale non riusciamo a dare alcun senso”, hanno dichiarato Mattia e Mirko Ruffini, figli del manager di Visibilia. “Nostro padre era un combattente e aveva costruito una solida realtà imprenditoriale. Confidiamo quindi nell’attività della Procura e nella possibilità che da questa possano trarsi utili elementi di comprensione”, hanno scritto.

Siamo consapevoli delle esigenze dell’informazione pubblica, ma riteniamo, a questo punto, imprescindibile che sia mantenuto uno stretto riserbo su quanto accaduto, nel doveroso rispetto della persona e del dolore di tutti coloro che gli hanno voluto bene”.