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Strage all’aeroporto di Fiumicino, 32 morti. Mattarella: “Il terrorismo è una minaccia”

Il presidente della Repubblica in una nota: “Il terrorismo offende i valori dell’umanità a partire dal diritto alla vita, lede l’incolumità individuale e collettiva”.

Un attentato tra i più drammatici. Il secondo per numero di morti in Italia, dopo la strage della stazione di Bologna: 32 le vittime cadute sotto i colpi di un gruppo di attentatori che hanno assaltato l’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino, lanciando una bomba al fosforo e due granate all’interno  di un aereo della Pan Am (diretto a Teheran, via Beirut, e fermo in una piazzola di parcheggio dello scalo romano).

La strage all’aeroporto di Fiumicino – Roma.Cityrumors.it

Una strage che ha sconvolto la capitale e tutta l’opinione pubblica e che ha portato le istituzioni a prendere posizione in modo forte e deciso. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha diffuso una nota, attaccando pesantemente i responsabili dell’attentato e usando parole chiare e decise: “Il terrorismo offende i valori dell’umanità a partire dal diritto alla vita, lede l’incolumità individuale e collettiva, viola i diritti umani, minaccia pace e sicurezza universale”. Una strage che tocca in modo forte la nostra nazione: perchè avvenuta nella capitale e perchè ha visto il coinvolgimento di sei connazionali, caduti sotto i colpi dei terroristi.

L’attentato a Fiumicino: 32 morti

L’attentato all’aeroporto di Fiumicino avvenne esattamente 50 anni fa e fu portato a termine da un commando di cinque palestinesi,  poi identificato col gruppo eversivo Settembre Nero. A morire furono 32 persone e tra le vittime ci furono sei italiani: Giuliano, Emma e la piccola Monica De Angelis, Raffaele Nargiso, l’addetto ai bagagli dell’aeroporto di Fiumicino Domenico Ippoliti (che venne preso in ostaggio e poi ucciso successivamente ad Atene, dove l’aereo fu dirottato e Antonio Zara, 20 anni, che provò ad opporre resistenza ai terroristi e fu colpito da un colpo di pistola ed insignito della Medaglia d’oro al valor militare.

I drammatici momenti della strage. A terra Antonio Zara, uno degli italiani colpiti, mentre gli attentatori minacciano con una pistola il comandante dell’aereo – Roma.Cityrumors.it

Dopo l’attentato, il gruppo di terroristi fuggì, volando verso il Medio Oriente: prima fece scalo ad Atene e poi prese un  aereo Lufthansa che portò il gruppo Damasco. Infine decollarano verso Kuwait City, ultima destinazione, dove furono rilasciati tutti gli ostaggi. Il gruppo si trasferì poi in Egitto nel 1974, e di loro non si seppe più nulla. Probabilmente furono ospitati da qualche governo arabo, ma una cosa è certa: nessuno pagò per quella strage. Motivo per il quale, a distanza di 50 anni, le famiglie delle vittime (che si sono ritrovate a Fiumicino per una cerimonia in ricordo della strage, alla presenza del Capo delle Stato e delle più alte cariche), chiedono ancora giustizia:

Le famiglie delle vittime: “Chiediamo giustizia da 50 anni”

La cerimonia a Fiumicino a 50 anni di distanza dall’attentato – Roma.Cityrumors.it

“Per la prima volta siamo qui, abbiamo conosciuto tutti i parenti delle vittime di quella strage, siamo andati a vedere una targa apposta sul luogo dell’attentato”, ha dichiarato Anna Narciso, figlia di Raffaele, una delle vittime dell’attentato. “Qualcosa si sta muovendo, la dichiarazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci rassicura che, forse, il silenzio di cinquant’anni stia per finire. Non vogliamo trovare un colpevole, non sono statti trovati cinquant’anni fa non li troveranno mai, ma riteniamo che le vittime non vanno mai dimenticate, la memoria collettiva di queste cose è importante”.