Nel Lazio i casi di violenze nei confronti delle donne non cessano a diminuire. Dall’entrata in vigore della norma contro la violenza di genere, la situazione non è cambiata. Gli ultimi casi
Tre casi diversi, ma per certi versi molto simili. Tre interventi realizzati dalle forze dell’ordine del Lazio nei confronti di uomini che hanno continuato, nonostante l’entrata in vigore delle nuove norme contro la violenza di genere, a vessare le proprie compagne. Maltrattamenti, ingiurie, violenze e minacce. Casi che continuano a tenere banco e che sembrano non finire mai.
Due casi arrivano da Tivoli. Un uomo ha maltrattato la moglie in modo continuativo, anche di fronte ai figli e un altro (una volta che la compagna ha messo fine alla loro storia) ha continuato a tormentarla attraverso Whatsapp, minacciandola di morte. Nel primo caso il marito è stato allontanato in modo urgente dalla compagna: nel secondo, l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato. La convalida del gip di Tivoli su richiesta della procura ha così permesso di evitare gravi rischi per l’incolumità per le due donne.
Il primo caso riguarda un uomo, ritenuto colpevole di numerosi maltrattamenti ai danni della moglie. La Polizia della Sezione della procura di Tivoli specializzata nel contrasto alla violenza di genere, insieme ai carabinieri della stazione di Monterotondo, hanno eseguito un decreto di allontanamento urgente dalla casa familiare, con divieto di avvicinamento. Gli inquirenti hanno ascoltato il racconto della donna, che ha spiegato in modo chiaro l’escalation di maltrattamenti e la “condizione di soffocante controllo cui è sottoposta la donna e, dunque, sul concreto e attuale pericolo che incombe sulla stessa“. Il provvedimento è scattato perché non era possibile “per la situazione di urgenza, attendere il provvedimento del giudice, poiché il pericolo è imminente, sia per la natura stessa dei delitti in contestazione… non sono prevedibili i tempi delle violenze fisiche e psicologiche, in presenza di convivenza e di uno stato tale di controllo che ha reso possibile alla persona offesa di stabilire i contatti con le autorità solo con le modalità articolate ampiamente descritte in precedenza, il che dimostra l’attuale assenza di libertà di autodeterminazione da parte della persona offesa”. Il Giudice chiarisce inoltre che : “…nell’ambito di un rapporto improntato ai comportamenti prevaricatori” dell’uomo “l’effetto di questi sia stato anche l’annichilimento della destinataria… il quadro descritto dalla persona offesa è tale da ritenere la sussistenza proprio di quel “rapporto di gerarchia e di potere, dunque di sopraffazione di un soggetto sull’altro”, che secondo la più recente giurisprudenza di legittimità sul tema è l’in sé delle condotte maltrattanti (a fronte, invece, della possibilità di ricondurre a ordinarie liti familiari le condotte poste in essere in un contesto in cui le parti si trovino in “posizione paritaria e simmetrica”.
Il secondo intervento ha riguardato un marito violento, arrestato in flagranza differita dai carabinieri di Palestrina lo scorso 12 dicembre. Su di lui pesa l’accusa di stalking ai danni dell’ex moglie. L’uomo le aveva inviato via WhatsApp numerosi messaggi, che contenevano minacce di morte “creando terrore nella donna per sé e per i figli”. La donna è andata subito ai carabinieri ai quali ha mostrato i messaggi, permettendo ai militari di applicare la nuova normativa della flagranza differita, ovvero come se il reato fosse commesso in quel momento dall’uomo davanti ai carabinieri.
Il terzo caso, che si è concluso con l’arresto di un 57enne romano, fermato dagli investigatori della Polizia di Stato del Commissariato di Anzio-Nettuno riguarda una lunga serie di violenze, iniziate circa tre anni fa. La vittima ha deciso di raccontare agli inquirenti tutto: le ha fatto leggere i numerosi messaggi arrivati al suo cellulare ed ha spiegato come l’ex compagno l’aspettasse spesso sotto la sua abitazione, minacciandola di rivolgersi ai servizi sociali per farle portare via la loro figlia minore se non fosse tornata con lui. Già durante la loro convivenza la donna aveva subito maltrattamenti dall’ex compagno, ma negli ultimi tempi l’aveva perseguitata più frequentemente e, in un’occasione, aveva addirittura lanciato dei sassi contro la porta dell’abitazione della vittima dopo essersi arrampicato sul muro di recinzione con il chiaro intento di verificarne la presenza in casa. Il 57enne aveva minacciato di morte anche il nuovo compagno della ex.