La storia è accaduta ad un uomo, residente a Roma. La mamma gli aveva lasciato in eredità una casa. I Carabinieri, dopo un sopralluogo, lo hanno denunciato
La mamma, prima di morire, lo indicò come erede di una bella e grande abitazione a Monteverde Vecchio. Una casa che l’anziana aveva mantenuto come una sorta di gioiello e nella quale l’uomo aveva vissuto in tenera età, prima di cambiare abitazione. Una volta messo piede nella sua nuova dimora, un romano di 44 anni, ha trovato all’interno una serie di reliquie degne di un museo.
La donna aveva conservato con cura anfore, vasi, stampe originali, lampade e tanti oggetti che nel tempo si erano trasformati in veri e propri beni di lusso. Il nuovo proprietario, seguendo il volere della mamma, ha continuato a prendersene cura. Fino a quando una pattuglia dei Carabinieri non ha bussato alla sua porta, per effettuare un controllo. I militari, trovandosi di fronte a quella serie di oggetti storici, hanno denunciato il proprietario di casa per detenzione dei reperti.
L’abitazione si trova in via Ludovico di Monreale, a Monteverde Vecchio. I fatti risalgono al 2009. L’allora 44enne, si difese affermando che quei reperti erano lì perché dati dalla prozia alla madre: lui li aveva trovati in casa una volta diventatone il nuovo proprietario e non aveva fatto altro che continuare a curarli. I beni sequestrati erano 75 e per la loro valutazione, i Carabinieri di Villa Bonelli hanno chiesto l’intervento del Ministero dei Beni Culturali. L’analisi è stata accurata ed ha ricostruito il valore di questa collezione. Che comprendeva numerosi reperti storici ed unici. Piccole anfore, vasi, ex voto, lampade, che sarebbero provenienti da diversi siti (non solo dal Lazio) e che riguarderebbero diverse epoche storiche: dall’epoca protostorica a quella etrusca fino alla Roma dell’età dell’impero. Tra i reperti ci sarebbero anche alcune copie moderne.
Da quel momento in poi è partita una querelle giudiziaria, che si è chiusa con l’assoluzione dell’imputato. I benino stati messi sotto sequestro, e al termine del procedimento penale sono stati “liberati”. Ora sono a disposizione della Soprintendenza speciale archeologica Belle Arti e Paesaggio di Roma, con un passaggio di consegne fatto alla presenza dell’archeologa Antonella Bonini. Ora restano nella disponibilità della Soprintendenza che li studierà e potrà valutare una loro eventuale esposizione.