Una nuova e innovativo tecnica utilizzata dai malviventi che in città, sfruttando l’assenza dei proprietari, si introducono nelle abitazioni per svaligiarle: ecco come ci riescono
Una nuova tecnica sta prendendo piede tra gli scassinatori nella capitale. Le case libere (lasciate dai romani in villeggiatura), stanno agevolando i tentativi di furti e portando i malintenzionati a sperimentare nuove e più moderne iniziative per entrare nelle nostre abitazioni e svaligiarle. L’ultima idea nasce dalle più recenti innovazioni tecnologiche, che hanno portato alcuni scassinatori a munirsi di un sistema quasi infallibile per far saltare le serrature: il cosiddetto Topolino Decoder.
Ieri i Carabinieri della Stazione Roma Viale Libia e quelli del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Parioli sono intervenuti per sventare un tentativo di rapina effettuato con questo sistema da due malviventi, nel quartiere Trieste. I militari hanno seguito i due ladri ed hanno visto come si sono mossi: la tecnica utilizzata sta prendendo sempre più piede tra i malviventi ed ha portato alla realizzazione di numerosi colpi in città.
Il Topolino decoder è una sorta di chiave universale: un piccolo passpartout che agevola il lavoro dei ladri. Nato inizialmente come ausilio per i fabbri specializzati nell’apertura di porte bloccate, questo piccolo attrezzo si è rapidamente diffuso nell’ambiente del crimine. Il suo nome “Topolino” deriva dalla particolare forma dell’utensile, con due appendici che ricordano le orecchie del celebre personaggio Disney. Il suo funzionamento si basa sulla stessa tecnica della chiave bulgara, ma applicata in modo innovativo ai moderni cilindri a profilo europeo.
Prima dell’avvento del Topolino decoder, questi sistemi di chiusura erano considerati praticamente inviolabili anche per i più esperti scassinatori. Grazie alla sua efficacia e semplicità d’uso, il Topolino decoder si è rapidamente affermato come lo strumento preferito dai topi d’appartamento per introdursi furtivamente nelle case. Bastano infatti pochi secondi per aprire anche i sistemi di chiusura più avanzati, senza lasciare tracce o causare danni evidenti. L’unico rumore prodotto durante l’apertura è quello impercettibile del meccanismo interno del cilindro che cede alla pressione dello strumento.
Ad utilizzare questa tecnica erano stati due cittadini georgiani, entrambi 31enni, gravemente indiziati di tentato furto in abitazione in concorso. I Carabinieri li hanno colti sul fatto: la notte scorsa, nel corso di un servizio di controllo del territorio nel quartiere Trieste, i militari hanno notato i due uomini di trentuno anni allontanarsi velocemente da un condominio in via Boito, li hanno fermati per una verifica e li hanno trovati in possesso di guanti, cacciaviti e colla. I due sono gravemente indiziati di aver tentato di forzare la porta di ingresso di un’abitazione sulla quale era già stata apposto un “filo” di colla, uno degli ultimi ritrovati per verificare l’assenza o la presenza dei proprietari all’interno.
Gli immediati accertamenti hanno consentito ai Carabinieri di individuare una sorta di struttura ricettiva nel comune di Castelnuovo di Porto (RM) dove gli indagati alloggiavano. Unitamente ai colleghi della Stazione di Castelnuovo di Porto, i Carabinieri della Compagnia di Roma Parioli hanno avuto accesso alla struttura dove hanno trovato i loro documenti personali e tanto materiale, ritenuto refurtiva di precedenti furti: denaro contante per 6.500 euro, composto da gioielli in oro, argenteria, orologi, borse, occhiali, portadocumenti ed indumenti, tutto di costosi marchi.
Nel corso della perquisizione effettuata dai militari, sono stati ritrovati anche gli aggeggi tipici utilizzati per l’apertura delle porte con sistema europeo: il cosiddetto “topolino decoder”, chiavi bulgare, colla e grosse lime. Per questo i due indagati sono anche stati denunciati perché indiziati di ricettazione. Parte della refurtiva è stata riconosciuta come provento di un furto in abitazione in via Cremona a Roma e denunciato dalla proprietaria presso il Comando Stazione Carabinieri Roma Piazza Bologna, a cui è già stata restituita. Gli arresti sono stati convalidati su richiesta della Procura di Roma ed è stata disposta la permanenza in carcere.