Oggi pomeriggio a Parigi si deciderà la sede organizzatrice dell’Expo 2030: Roma in ballottaggio con Ryad e Busan. Tre testimonial scelte
E’ arrivato il giorno della verità: alle ore 17 Roma saprà se l’Expo 2030 sarà assegnato alla Capitale o se verranno preferite una tra Ryad e la sudcoreana Busan. Al termine di un biennio di duro lavoro, il Campidoglio e l’intero Paese, saprà se Roma potrà organizzare l’evento, destinato a cambiare le sorti di chi riuscirà ad accaparrarselo.
Secondo il dossier presentato dal comitato promotore l’eventuale vittoria di Roma, porterebbe alla nascita di almeno 11.000 nuove aziende e alla creazione di quasi 300.000 posti di lavoro, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud. Numeri che spiegano l’importanza dell’evento: se Roma dovesse spuntarla, il valore complessivo per l’intero Paese si aggirerebbe intorno ai 50,6 miliardi di euro, corrispondenti al 3,8% del Pil nazionale. Un effetto economico dirompente che si assesterebbe intorno alla cifra di 10,5 miliardi di euro, pari allo 0,6% del Pil.
Per l’assalto finale, sono state scelte tre donne simbolo: che celebreranno l’arringa finale per l’ultimo assalto: Trudy Styler, moglie di Sting (il cantante interverrà in video), attivista per i diritti umani e ambasciatrice Unicef; l’attrice Sabrina Impacciatore, interprete della serie tv di culto The White Lotus, e la campionessa paralimpica Bebe Vio. Una strategia chiara, iniziata con gli interventi di Giorgia Meloni e Samantha Cristoforetti al Bie e che va a contrapporsi con i messaggi lanciati dall’Arabia Saudita, che nell’ultimo periodo ha cercato in tutti i modi di regalarsi un’immagine legata all’emancipazione femminile. “Rome is my home”, verrà lanciato dal palco. Un messaggio forte, che si spera, possa fare breccia nella giuria.
Ci sarà una prima votazione durante l’Assemblea generale del BIE (Bureau International des Expositions). Se una delle tre candidate dovesse raggiungere 120 voti, sui 182 aventi diritto, si aggiudicherà l’Expo 2030. Altrimenti le due città più votate, andranno al ballottaggio. Dal quartier generale romano filtra ottimismo, anche se Ryad resta al favorita. Secondo le previsioni, la città araba, avrebbe dalla sua una novantina di voti, con Roma che si aggirerebbe tra i 45 e i 50 (Busan staccata). In quel caso tutto si andrebbe a decidere nei corridoi del Palais des Congrès d’Issy-les-Moulineaux, quando scatterà la caccia al voto. A proposito di voti, Israele avrebbe deciso di ritirare il suo sostegno alla candidatura di Riad, capitale dell’Arabia Saudita, come sede ospitante di Expo 2030. Lo riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri annuncia sorprese e dichiara: “La partita non è affatto persa. Il governo sarà rappresentato, io ci sarò. Tutti si sono impegnati, siamo fiduciosi e determinati – ha detto Gualtieri – a giocarci fino all’ultimo minuto la carta di una candidatura molto bella con un progetto più in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e con i valori del Pie”. E dei numeri che dànno Roma al ballottaggio? “Nessuno parla di numeri alla vigilia. Ripeto, siamo fiduciosi e determinati”. Sulla stessa linea il pensiero del Governatore del Lazio Francesco Rocca: “E’ stato fatto un lavoro enorme, ancora oggi mi sono sentito con il sindaco (Gualtieri, ndr). Domani (oggi ndr.) non ci sarò io ma la vicepresidente Angelilli. Io partirò per la Cop 28 a Dubai”, ha dichiarato il presidente della Regione Lazio. “Non si decidono le sorti. Le sorti sono state il lavoro fatto dal comitato promotore e dalla fondazione nei mesi precedenti- ha concluso Rocca– Siamo fiduciosi ma consapevoli delle difficoltà della sfida”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto fiducioso: “Incrociamo le dita. Questa di Expo 2030 è una partita molto difficile: l’obiettivo è quello del ballottaggio, anche oggi ho avuto qualche messaggio positivo di qualche paese che voterà per noi. Poco tempo fa l’Italia ha avuto l’Expo a Milano quindi molti lo faranno notare, tuttavia – aggiunge Tajani – abbiamo un’ottima candidatura. Roma ha già dimostrato di saperci fare con la Ryder Cup e con il Giubileo dimostreremo di essere in grado di organizzare grandi eventi”.
A Parigi sono sbarcate già da ieri altre personalità che sosterranno la candidatura di Roma. Il presidente di Unindustria Lazio, Angelo Camilli, il primo che nel settembre 2020 ha lanciato la candidatura di Roma, ora giunto “a rappresentare il sistema delle imprese laziali ma più in generale italiane. Siamo fortemente convinti del progetto e lo abbiamo sostenuto fin dal primo momento – ha dichiarato – i grandi eventi sono un volano formidabile di crescita e sviluppo e Roma ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi questa candidatura che sarebbe una vittoria dell’Italia e della sua capitale”. Con lui Massimo Scaccabarozzi, presidente della fondazione Roma Expo 2030: “ce l’abbiamo messa tutta – ha detto – ci abbiamo sempre creduto e continuiamo a crederci. Roma, il Lazio e l’Italia hanno le carte in regola per aggiudicarsi l’Expo grazie ad un progetto senza eguali e grazie a principi di valori e cultura che da sempre contraddistinguono il nostro Paese“. Senza voto ma con un forte significato simbolico, sostiene Roma anche la capitale “gemellata” Parigi, in questa scelta indipendente rispetto a quella del governo francese. Tanto da aver garantito a Roma Expo 2030, oltre al supporto della sindaca Anne Hidalgo, anche la disponibilità di una sede parigina attiva da prima dell’estate.
Per provare a capire i vantaggi per la città organizzatrice, basta fare un piccolo passo indietro e tornare al 2015, quando fu Milano ad organizzare l’Expo. In quel caso vennero generate 10.000 nuove imprese, con un valore aggiunto di oltre 3 miliardi di euro. Partendo da questo esempio, il comitato promotore di Roma 2030, ha stimato che, in caso di successo, l’Expo potrebbe dare origine a 11.000 nuove aziende nella capitale, generando un valore aggiunto di 3,32 miliardi di euro. I visitatori dovrebbero aggirarsi intorno ai 20 milioni: il 55,4% italiani ed il 44,6% stranieri, con un effetto economico stimato intorno agli 18,2 miliardi di euro, corrispondenti all’1% del Pil.