Cambiamenti in vista per la mobilità romana: riformato il sistema dei trasporti pubblici, a partire dai prezzi dei biglietti.
I trasporti pubblici a Roma subiscono una trasformazione radicale. La riforma si è resa necessaria, stando a quanto riferito dalle autorità comunali. Le differenze saranno sostanziali e impatteranno sui pendolari anche dal punto di vista economico.
Ecco perché negli ultimi giorni, la mobilità pubblica è tornata a far parlare di sé. Con i costi di gestione in alzata, la riduzione dei fondi statali e il bisogno di rimodernare il servizio, ATAC e Campidoglio hanno dovuto prendere delle scomode decisioni.
Milioni di utenti che regolarmente accedono ai mezzi di trasporti pubblici a disposizione sulle strade della Capitale, saranno interessati dalla riforma. E’ innegabile che da anni, il trasporto capitolino affronti delle criticità strutturali.
L’aumento dei costi energetici e di manutenzione, la carenza di personale addetto al servizio e alla manutenzione dei mezzi, gli investimenti necessari per la transizione verso autobus elettrici nonché il potenziamento della rete metropolitana, hanno condotto inevitabilmente verso una riformulazione del funzionamento e dei prezzi della mobilità, in quanto il bilancio attuale era troppo fragile per fronteggiare i cambiamenti necessari.
Ormai da svariato tempo era in vigore lo stesso sistema tariffario, tuttavia le emergenze e i lavori da attuare lo rendono insufficiente per coprire tutte le spese. Ecco che si è reso fondamentale discuterne e prendere una decisione a riguardo: secondo le dichiarazioni istituzionali, l’aumento dovrebbe riuscire a coprire gli investimenti pur continuando a garantire una tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione.
Sarà in primis il BIT (Biglietto Integrato a Tempo) a subire un rincaro ma si ipotizza una maggior durata di validità per compensare l’aumento del prezzo. Questa prima soluzione vuole venire incontro a chi utilizza solo occasionalmente i mezzi di trasporto pubblico.
Invece, l’aumento dei costi degli abbonamenti mensili e annuali sarà determinato in base alla residenza o meno all’interno dei confini della Capitale. Allo stesso tempo, si vogliono istituire nuove agevolazioni per studenti, over 65 e famiglie con basso reddito.
Di certo, tra le novità introdotte e più discusse, vi è l’introduzione del sistema “pay-per-use”, già in vigore in molte altre capitali europee. Si tratta di un modello di biglietto che consente di pagare l’utilizzo effettivo del servizio, offrendo dunque una maggior flessibilità rispetto a un classico abbonamento.
Attualmente, Roma in fatto di trasporto pubblico presenta delle tariffe più basse rispetto ad altre città italiane ed europee come Milano o Parigi. Tuttavia, c’è anche da ammettere che la qualità del servizio offerto non raggiunge quella del capoluogo lombardo o della capitale francese. Questo rende comprensibile perché altrove i cittadini sono disposti a pagare cifre più alte, questione che verrebbe più difficilmente accettata a Roma se insieme all’aumento dei costi dei biglietti non ci fosse anche un miglioramento delle prestazioni dei mezzi e del funzionamento generale dei trasporti pubblici.
I pendolari romani non hanno tardato ad esprimere la loro preoccupazione: temono i rincari e servizi che non siano all’altezza dei nuovi prezzi. Per il momento, non ci sono date ufficiali riguardo l’entrata in vigore della riforma. Di certo, si tratterà di introduzioni graduali e comunicate in anticipo.