Una notizia non così esaltante per chi ha una pensione d’invalidità: l’annuncio è imminente e le polemiche sono già dietro l’angolo.
Il Governo Meloni avrebbe già deciso e adesso non resta che attendere i dettagli e le scelte da prendere da qui a breve. L’annuncio potrebbe arrivare a stretto giro, segno evidente di un cambio di rotta ben definito rispetto alla pensione d’invalidità, un argomento questo delicato e spesso e volentieri al centro delle polemiche.
In casi come questi c’è poco da fare, specialmente alla luce delle imminenti novità. I dettagli non sono stati resi ancora noti, ma le prime indiscrezioni non fanno altro che aumentare i mugugni fra chi percepisce questo sussidio. Ora non resta che comprendere quali siano le novità tanto attese.
Durante gli ultimi anni si è assistito a un aumento delle pensioni, anche quelle per l’invalidità civile e anche nel 2025 è previsto un aumento, ma soltanto di pochissimo euro. E se da un lato non cresce l’inflazione, dall’altro si prospettano dei tagli sul fronte dei tassi di interesse. Questo vuol dire sicuramente un vantaggio economico, ma in tasca degli italiani non è previsto un grande aumento, anzi.
Insomma, a differenza degli ultimi anni, non ci saranno importanti aumenti nell’assegno per la pensione d’invalidità l’anno prossimo. Tutto questo è direttamente conseguenza di una inflazione pari all’1,6%. In caso di conferme, quindi, ciò significherebbe un aumento sulle pensioni pari a pochi euro.
Ma quali sono i precedenti aumenti degli ultimi anni? Conti alla mano, fra il 2022 e il 2024 le pensioni d’invalidità sono aumentate prima dell’8,1% e poi del 5,4%. Soltanto nel 2022 l’importo era pari a 292,55 euro e ne avevano diritto persone con reddito non superiore a 5.025,02 euro (invalidi parziali fra il 74% e il 99%), 17.050,42 euro per gli invalidi civili totali.
Discorso differente invece nel 2023 con l’aumento di oltre otto punti percentuali: 316,25 euro di pensione (requisito 5.391,88 euro per gli invalidi tra il 74% e il 99%, 17.920 euro per quelli al 100%). La tendenza è quindi quella di andare di pari passo rispetto all’inflazione e di non procedere con gli aumenti a priori. Molti cittadini e cittadini che beneficiano della pensione mostrano grande delusione, a fronte di un potere d’acquisto sempre più risicato e che non lascia molto margine.