Da mesi una donna viveva un incubo: riceveva mail minatorie (“La tua fine è vicina”), riceveva regali costosi, da lei stessa acquistati a sua insaputa e la sua foto era finita sui siti di incontri. A minacciarla era un collega, abilissimo a non farsi scoprire. Prima di commettere un errore…
Mail minacciose, tentativi di acquisto di materiale pornografico a suo nome, iscrizione a siti di appuntamenti con la sua immagine, regali ricevuti a casa da ammiratori sconosciuti (un modo per farle capire di essere controllata e che il suo indirizzo era stato scoperto) e una serie di missive che per mesi l’hanno tormentata. Una ragazza romana ha subito numerosi atti persecutori nel corso degli ultimi due mesi da parte di un ex collega di lavoro. L’uomo era stato abilissimo a non lasciare tracce, ma poi ha commesso un errore: che è risultato decisivo per il suo arresto.
Tutto iniziò il 13 novembre scorso. Una donna, che lavora in una importante società multinazionale di consulenza, si vide recapitati dei mazzi di fiori da parte di un ammiratore sconosciuto. Poi seguirono una lunga serie di fatti che avevano generato in lei uno stato di profonda agitazione, tanto da spingerla a cambiare le proprie abitudini di vita e pensare di rivolgersi ai servizi sociosanitari per un’assistenza psicologica. Si presentò alla polizia e denunciò tutto quello che le era capitato.
Tra i fatti più eclatanti, una mail anonima (all’indirizzo aziendale) con allegata una sua foto tratta dal profilo Instagram personale. Ha così scoperto che, a suo nome ma a sua insaputa, erano stati effettuati alcuni tentativi di acquisti e-commerce ed erano stati attivati una serie di servizi on line, fra i quali registrazioni su siti web pornografici o di incontri a sfondo sessuale. Ma la cosa più inquietante avvenne pochi giorni dopo: sulla stessa mail ha ricevuto due messaggi con contenuti minacciosi. Che l’hanno terrorizzata: “La tua fine è vicina” e “Pensati morta”. Messaggi che provenivano apparentemente dalla stessa vittima visto che nell’indirizzo c’erano il nome e cognome della ragazza, ma con un dominio estero che garantisce l’anonimato.
La Polizia, con il supporto degli agenti del Cosc Lazio, hanno iniziato le indagini, che in una prima fase non hanno permesso di identificare l’autore delle missive, che era stato abilissimo a far sparire le sue tracce. Tutti i collegamenti internet infatti erano stati effettuati tramite tecniche informatiche che permettono di nascondere l’identità digitale dell’autore, come ad esempio l’uso di una vpn rumena. Allo stesso modo, gli acquisti online erano stati effettuati con pagamenti esteri, ostacolando notevolmente l’acquisizione dei dettagli delle transazioni.
Ma anche i migliori e più astuti malviventi commettono errori. La svolta nelle indagini, sottolinea la polizia in una nota, è arrivata alla vigilia del capodanno, quando la donna ha denunciato un episodio analogo a quello iniziale: a casa sua, la sera del 28 dicembre, venne recapitato l’acquisto di un anello in oro e brillanti, dal notevole valore. A quel punto gli operatori della polizia postale sono riusciti a risalire ad un romano, di 31 anni, ex collega della vittima con precedenti penali per violenza e già condannato per detenzione abusiva di armi. Nell’ultimo acquisto aveva lasciato una piccola traccia che gli investigatori hanno sfruttato per risalire a lui. E’ stato richiesto di urgenza un decreto di perquisizione anche informatica nel corso della quale sono state trovate tracce dell’attività illecita.
La polizia sottolinea in una nota “l’efficacia della nuova normativa in materia di codice rosso, che ha consentito di procedere al previsto arresto in flagranza differita, grazie alle prove raccolte sull’ultimo atto persecutorio denunciato, consumato nelle precedenti 48 ore dall’intervento degli investigatori e cristallizzato con l’acquisizione delle tracce informatiche rimaste sul telefono cellulare del ragazzo, relative all’acquisto dell’anello, nonché delle pregresse minacce”.
L’arresto è stato convalidato e il gip ha disposto per il 31enne la misura dei domiciliari con l’obbligo di braccialetto elettronico. La polizia ricorda “in ogni caso che bisogna sempre trovare il coraggio di rivolgersi alle competenti autorità per chiedere il necessario supporto personale e psicologico, al fine di scongiurare rischi più grandi per la propria incolumità, utilizzando anche le informazioni dedicate per questa fenomenologia di reato e presenti sul portale del Commissariato di polizia online raggiungibile all’indirizzo: www.commissariatodips.it”.