Fisco e sanzioni, un incubo per i contribuenti italiani: un recente decreto del Consiglio dei Ministri prevede però diversi sconti
L’obiettivo dello Stato è, da tempo, provare a recuperare alcune somme dalle tasse. Il problema dell’evasione fiscale, in Italia, è atavico e i controlli sono sempre più stringenti. Tuttavia, spesso sembra di dover svuotare il mare con un cucchiaino, ecco perché questa campagna di sconti che è in arrivo si inquadra proprio nel tentativo di far pagare tutti, anche i più riluttanti. Ma occorre pagare entro una determinata data.
Tutto ciò è previsto dal decreto sulla riforma delle sanzioni tributarie, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri nel contesto dell’implementazione della legge delega per la riforma fiscale. Prima di entrare nel dettaglio delle varie voci, con i relativi importi, possiamo dire che, in caso di incertezza interpretativa, non sarà considerato punibile il contribuente che accetta le indicazioni del Fisco e presenta una dichiarazione integrativa, pagando l’eventuale tributo dovuto entro 60 giorni dalla pubblicazione del documento di prassi con l’orientamento da seguire.
Il nuovo testo introduce una serie di novità che entreranno in vigore dal 1° settembre 2024, senza retroattività. L’obiettivo principale del decreto, in accordo con gli articoli 1 e 20 della legge n. 111 del 2023, è ridurre le sanzioni e armonizzare il sistema, rendendolo meno punitivo attraverso l’applicazione del principio di proporzionalità. Gli sconti riguarderanno una serie di imposte dirette come IRES e IRAP.
In caso di omessa dichiarazione, la sanzione sarà del 120% dell’imposta dovuta, con un importo che va da un minimo di 250 euro fino a un massimo di 1.000 euro. Siamo, infatti, nel periodo della compilazione e della presentazione della dichiarazione dei redditi. Non è inusuale, però, che taluni la presentino in ritardo e ovviamente questo comporta delle sanzioni. Il nuovo decreto prevede che se la dichiarazione viene presentata con un ritardo superiore a 90 giorni, ma entro i termini di accertamento e prima dell’avvio di verifiche, la sanzione sarà pari al 75% delle imposte da versare.
Ben più grave è la dichiarazione infedele: la sanzione sarà fissata al 70% della maggiore imposta dovuta, con un minimo di 150 euro. Tuttavia, se vengono rilevati l’uso di documentazione falsa o condotte fraudolente, le sanzioni possono essere aumentate fino al doppio. Per quanto concerne l’IVA Addebitata in eccesso, invece, la sanzione sarà fissa, da un minimo di 250 euro fino a un massimo di 10.000 euro. In caso di omessa dichiarazione IVA, dopo 90 giorni dalla scadenza, sarà applicata una sanzione del 120% sulle imposte dovute.