Dopo pochi giorni nel carcere di Regina Coeli, Ubaldo Manuali è stato trasferito agli arresti domiciliari in casa della sorella: è stato più volte malmenato
La legge non scritta del carcere, secondo la quale chi viene arrestato per violenze contro donne e bambini, rischia grosso in cella, ha colpito anche Ubaldo Manuali. Il netturbino di 59 anni arrestato ed accusato di aver drogato, violentato e poi ripreso durante gli abusi le sue vittime, è stato picchiato in carcere. Motivo che ha spinto il gip a trasferirlo agli arresti domiciliari.
Dalle indagini emerge questa novità: Manuali ha trascorso solo pochi giorni a Regina Coeli. Gli altri detenuti gli hanno infatti fatto trovare una brutta accoglienza. Il netturbino è stato più volte malmenato, e da più persone contemporaneamente, mentre in altre circostanze sarebbe stato insultato e minacciato. Motivi che hanno spinto il gip, per sua tutela, a spostare la detenzione preventiva, con braccialetto elettronico di sorveglianza, a casa della sorella a Cerveteri. Una misura che si è resa necessaria per “l’accoglienza” che gli era stata riservata dagli altri detenuti, appena appresi i motivi del suo arresto. Il clima era diventato troppo teso nei suoi confronti.
Manuali è stato arrestato per aver sedato, violentato e filmato almeno tre donne. Ma il quadro indiziario nei suoi confronti sarebbe peggiorato. Due giorni fa al Commissariato Flaminio Nuovo si è presentata un’altra donna, che dopo aver visto le foto di Manuali e le storie raccontate dalle altre vittime, lo ha denunciato per un presunto stupro. Una storia che però al momento non è stato verificata (la denunziante non avrebbe presentato prove) e alla quale difficilmente verrà dato seguito, ma che conferma l’idea che gli inquirenti si sono fatti su Manuali: dal suo passato stanno emergendo storie sempre più cupe
Altre due donne lo avrebbero denunciato, oltre alle tre che hanno già sporto denuncia e che hanno fatto scattare le indagini e l’arresto. Il gip Simona Poli, accogliendo le richieste del pm Michele Adragna, ha tracciato un profilo dettagliato del 59enne netturbino, spiegando che “il carcere è l’unica misura adeguata per lui”. Nell’ordinanza si legge che lo scopo di Manuali è quello di ridurre “in stato di menomazione” (tramite l’utilizzo di narcotici, ndr) le vittime, “così da poter soddisfare i propri impulsi sessuali”. Sedandole, filmandole e avendo con loro dei rapporti non consenzienti, dimostrando di non “preoccuparsi delle conseguenze sulla salute delle vittime” e per i quali “non è contemplabile alcuna attenuante”.
Per il gip il netturbino avrebbe una “spiccata capacità criminale”, accompagnata da una “maniacale perversione che l’ha portato a conservare i video delle violenze sulle donne che strumentalizza per soddisfare i suoi impulsi sessuali”. Dai quali si aggiunge una “totale incapacità di autocontrollo rispetto alle proprie perversioni”, evidenziata dal suo modus operandi: “stordisce anche la donna con cui aveva avuto rapporti consenzienti e questo al fine di superare il suo rifiuto ad essere filmata e ad avere rapporti di altra natura”. Nell’ordinanza viene anche spiegato che il netturbino è molto “abile a far credere alle sue vittime, pur di fronte ad espliciti sospetti, non solo che non le abbia abusate ma che addirittura le abbia aiutate mentre non si sentivano bene”.