È passato più di mezzo secolo dal duplice omicidio di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, la coppia appartata in una stradina accanto al cimitero di Signa.
Quell’efferato delitto del 21 agosto di 55 anni fa venne attribuito a mostro di Firenze e fu uno di quelli che fece più scalpore perché era presente anche il piccolo figlio di lei, Natalino Mele, che però sopravvisse all’omicidio.
Oggi nuove indagini potrebbero riaprire il caso del mostro di Firenze, in seguito al ritrovamento di alcuni reperti dimenticati: diciassette fotografie contenute nel rullino della macchina fotografica che apparteneva a Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, anche loro uccisi nel 1985 mentre erano dentro a una tenda che avevano montato in una piazzola nel bosco degli Scopeti.
Le immagini impressionate nel rullino potrebbero fornire nuovi elementi per dare un nome e un volto all’assassino ritenuto responsabile degli otto duplici omicidi.
La tecnologia odierna, diversa e più all’avanguardia rispetto agli anni Ottanta, verrà usata per altri esami forensi ad alcuni oggetti personali delle vittime, come quaderni, blocchi per appunti e vestiti che appartenevano a Pia Rontini, uccisa insieme con Claudio Stefanacci a Vicchio di Mugello, in località Boschetta.
Questi oggetti sono stati ritrovati alcuni giorni fa in un baule nella casa dei genitori della donna, in occasione di un sopralluogo all’interno del garage della polizia scientifica della Questura di Firenze, coordinata dalla procuratrice aggiunta Beatrice Giunti e dalla sostituta Ornella Galeotti. Gli oggetti sono stati fotografati e sequestrati.
Per il duplice omicidio di Antonio Lo Bianco, muratore palermitano di ventinove anni e di Barbara Locci, 23 anni, in un primo momento venne arrestato il marito di lei, Stefano Mele, ma venne scagionato. I loro cadaveri furono ritrovati all’interno di un’Alfa Romeo parcheggiata vicino al cimitero di Signa, in provincia di Firenze, dove si erano appartati per cercare intimità. In auto, come detto, c’era anche il piccolo Natalino, che allora aveva sei anni. Era il figlio di Barbara Locci e quando la madre e l’amante vennero ucciso dormiva sul sedile posteriore.
Sulla scena del crimine vennero trovati cinque bossoli calibro 22 Long Rifle Winchester con la lettera H impressa sul fondello. Erano gli stessi ritrovati sulle altre sette scene del crimine attribuite al Mostro di Firenze.