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Morta per un pelo incarnito. La famiglia di Valeria chiede Giustizia

I genitori e gli amici di Valeria Fioravanti hanno creato una fiaccolata a Roma per chiedere Giustizia. In una vicenda ai limiti dell’assurdo

Una fiaccolata per Valeria Fioravanti, organizzata nel quartiere di Don Bosco dove abitava. Parenti, amici, colleghi di lavoro e persone che da più di dieci mesi cercano la verità sulla morte della 27enne romana, si sono ritrovati per chiedere (ancora una volta) giustizia. “Nostra figlia poteva salvarsi semplicemente con un antibiotico”, hanno ricordato i genitori, che erano in prima fila per guidare il corteo che ha scandito a lungo il nome di Valeria.

I genitori, gli amici, i colleghi e i parenti di Valeria Fioravanti chiedono giustizia – Roma.Cityrumors.it (foto valeriafioravanti.it)

La ragazza romana è morta il 10 gennaio scorso, dopo una quindicina di giorni di puro calvario. Il 25 dicembre, la donna, mamma di una bimba di tredici mesi, fu operata al Campus Bio Medico di Roma per un semplice ascesso. L’intervento sembrava non avesse dato alcun problema, tanto che Valeria venne immediatamente dimessa. Ma a distanza di 48 ore dall’uscita dall’ospedale, la ragazza ha iniziato ad avvertire dolori fortissimi alla schiena, al collo ed un mal di testa insopportabile. Si presentò al Policlinico Casilino, dove le venne però semplicemente diagnosticata una forte cefalea. Valeria venne dimessa con la prescrizione di semplici anti infiammatori. Ma a distanza di pochi giorni, i dolori aumentavano, tanto da spin gerla ad una nuova visita al Pronto Soccorso. Ancora una volta la diagnosi fu errata.

Il calvario e la morte

A quel punto, con i dolori sempre più forti, decise di cambiare ospedale e di presentarsi al San Giovanni. L’ospedale romano la dimise con la diagnosi di una protrusione alla colonna vertebrale, da curare con un collare per una settimana. Ma Valeria continua a peggiorare: non si regge in piedi, ha dolori in gran parte del corpo e la testa che le scoppia. Al quarto tentativo i medici capiscono di cosa si tratta: una meningite batterica. Ma gli errori precedenti, la sottovalutazione, ed il tempo perso, hanno portato il virus in uno stato avanzato.  Valeria è in fin di vita, viene trasportata al Gemelli ed operata d’urgenza, ma il 10 gennaio del 2023 il personale medico dell’ospedale romano ne dichiara la morte.

La famiglia non si è mai rassegnata. Ha creato una pagina internet dove ha invitato tutte le persone presenti in ospedale (quando a Valeria venne fatto credere di esasperare le sue condizioni di salute) a testimoniare. “La mattina del 30 dicembre 2022 Valeria Fioravanti, accompagnata dalla madre Tiziana, si è recata al Pronto Soccorso del Policlinico Casilino in quanto i dolori non accennavano a passare nemmeno con le cure prescritte dallo stesso Pronto Soccorso. Veniva accusata di esagerazione e veniva minacciata di intervento delle forze dell’ordine se non fosse andata via. Non abbiamo cartella clinica di quella visita. Siamo alla ricerca di testimonianze, persone che quel giorno hanno assistito alla scena. Se eravate li o se conoscete direttamente o indirettamente persone che hanno assistito alla scena siete pregati di contattarci”, ha scritto la famiglia.

La fiaccolata per Daniela Fioravanti. I genitori: “La causa è un pelo incarnito. Nessuno si è accorto di nulla”

Un momento della fiaccolata organizzata in memoria di Valeria Fioravanti – Roma.Cityrumors.it

I genitori, gli amici, i colleghi dell’aeroporto di Fiumicino (dove lavorava) hanno organizzato una fiaccolata per lei. “E’  per ricordarla e chiedere giustizia. Vogliamo che nessun altro possa provare il dolore che abbiamo provato noi”, ha dichiarato la madre Tiziana, che ha poi ricordato gli sviluppi dell’indagine.Sono stati indagati tre medici, due dell’ospedale San Giovanni e uno del Policlinico Casilino per omicidio colposo, negligenza, superficialità ed imperizia. Ora stiamo aspettando il rinvio al giudizio e aspetteremo. Non sappiamo cosa potrà accadere. Dopo nove mesi di indagini abbiamo letto una parte dell’autopsia, dove viene messo in evidenza che la causa che scatenato tutto è la rimozione di un pelo incarnito. Si è attaccato un batterio, lo stafilococco e nessuno se n’è accorto. Nella perizia è evidenziato che Valeria Fioravanti non è stata curata. Si poteva salvare semplicemente con un antibiotico dedicato. Questo fa ancora più rabbia”.

Il padre e la madre di Valeria chiedono Giustizia e che tutti conoscano la verità. “Non ci arrenderemo mai. Chiediamo una condanna esemplare. Questi medici non possono lavorare. Come possono occuparsi di altri malati dei dottori che hanno sbagliato una cura così? Queste persone devono essere radiate. Sono stati tutti superficiali, hanno detto che nostra figlia è stata esagerata, come se si divertisse, sotto Natale ad andare all’ospedale. Aveva una bambina di tredici mesi e certamente avrebbe voluto passare i giorni di festa con la figlia, piuttosto che andare al pronto soccorso. Ma stava male e nessuno l’ha capito”. 

Lo sfogo del padre di Valeria Fioravanti: “Stato, Regione, sanità, nessuno si è fatto mai sentire”

Stefano Fioravanti, il papà di Valeria, che ha guidato il corteo, conclude: “Abbiamo tre famiglie al nostro fianco. Tutte cercano la stessa cosa. La verità e la Giustizia per nostra figlia Valeria. Ci sono i colleghi di Valeria, che lavorava agli Aeroporti di Roma, ci sono i colleghi di mia moglie Tiziana dell’Ama, ci sono i miei colleghi dei Vigili del Fuoco che ci sono vicino e c’è tutto il quartiere che ci sostiene ed aiuta. Abbiamo creato una pagina Facebook con migliaia di iscritti, tanti sono con noi alla ricerca della verità, e purtroppo siamo soli. lo Stato, la sanità, la Regione: con noi non si è fatto mai sentire nessuno. Mai”.