Dopo mesi di assenza sui social, il padre del piccolo Manuel, il bambino ucciso a Casal Palocco, pubblica un ricordo straziante del figlio
Il 14 giugno scorso Manuel Proietti, un bimbo di cinque anni che era stato appena prelevato da scuola dalla madre e che sedeva sul sedile posteriore della Smart di famiglia, fu ucciso dal tremendo impatto tra la sua auto, ferma al parcheggio ed un Suv Lamborghini, all’interno del quale c’erano alcuni tra i componenti del gruppo The Borderline, degli influencer romani, soliti realizzare delle sfide ai limiti del possibile, con le quali intrattenevano i milioni di followers on line.
A quasi quattro mesi dalla tragedia, il padre di Manuel torna a postare qualcosa sui social. E si tratta di un messaggio straziante: una dedica al figlio, “strappato da sto mondo infame”, come aveva detto pochi giorni dopo l’incidente. Marco Proietti ha voluto postare un immagine che il telefonino gli aveva riproposto. Capita spesso che i motori di ricerca, ai quali ci registriamo con i nostri account, ci ripropongano le immagini degli anni precedenti. Una sorta di diario interattivo che ti permette di conoscere le azioni fatte nella stessa data degli anni precedenti: e le foto che sono state scattate.
Ad ottobre del 2022, esattamente un anno fa, Marco Proietti, papà di Manuel, riprendeva il figlio, intento a spazzare la rampa del garage di casa. Un momento di divertimento e svago. Un gioco che Manuel faceva spesso e che lo divertiva. Per la prima volta dopo il tragico incidente che ha cambiato per sempre la famiglia Proietti, il padre di Manuel condivide un ricordo personale del figlio. La canzone scelta per accompagnare il video è molto significativa: si tratta di un brano di J-Ax, “Tutto sua Madre”. Marco Proietti ha scelto un verso straziante, ma molto significativo, che rende alla perfezione il suo stato d’animo.
“Sai che la mamma aspettava un bambino ma dopo l’ha perso, io come paralizzato da un brutto sogno mentre lei piangeva e cadeva in ginocchio. E in quel momento mi si è rotto qualche cosa dentro, per la prima volta mi sono sentito vecchio, vittima di una fattura, una stregoneria“. Poi arriva il ritornello: “Ti porterò lontano con la forza di un missile, ti porterò a giocare su un prato, e il telefono l’ho buttato”. Il telefono: il mezzo che i The Borderline utilizzavano continuamente e con il quale si riprendevano mentre sfidavano se stessi in chellange bizzarre. Dal restare per giorni interi su una zattera, al tentativo estremo di rimanere giorni e giorni dentro una vasca da bagno: dal cercare di superare ogni tipo di limite, fino all’ultima bravata, ampiamente sponsorizzata nei giorni precedenti: vivere per almeno 50 ore a bordo di una Lamborghini.
Hanno affittato una macchina, l’hanno spinta ad una velocità folle per le strade della capitale, fino all’incidente mortale. Si aspetta la chiusura definitiva delle indagini per capire a che velocità esatta viaggiasse la Lamborghini: qualcuno ipotizza che al momento dell’impatto avesse raggiunto i 140 km orari. Alla guida c’era Matteo Di Pietro, il leader del gruppo. Stando alle testimonianze degli altri componenti, si sarebbe rifiutato di rallentare, nonostante le numerose sollecitazioni delle persone che erano all’interno dell’auto. Di Pietro è attualmente agli arresti domiciliari, col divieto di utilizzare canali web e simili, mentre gli sono spariti da internet. Solo Vito Lojacono è rimasto attivo sui social. Lui che, all’indomani dell’incidente ha subito preso le distanze dal gruppo e che ha più volte ribadito di non aver mai messo piede su quella Lamborghini.