Le mafie tradizionali scendono a patti con i clan emergenti. È quanto emerge dall’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia.
Succede a Latina: camorra e ‘ndrangheta per fare affari devono concordarsi con i clan locali, dotati di una marcata autonomia e che hanno contribuito a creare un clima di omertà.
Sono i Traveli, i Ciareli e i Di Silvio e ormai controllano la zona della provincia di Latina al punto che le mafie tradizionali operanti lì, devono scendere a compromessi per evitare di turbare gli equilibri.
Gli affari più redditizi sono la droga, ma anche estorsioni, usura e riciclaggio. Dalla relazione della Dia emerge anche che uno degli interessi più consolidati dei clan è quello del business dei rifiuti, come dimostrano anche le ultime operazioni delle forze dell’ordine.
Ma le mafie sono interessate anche agli sversamenti abusivi e al caporalato. L’attenzione delle forze dell’ordine in Lazio però, come emerge dalla relazione, dovranno concentrarsi sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il prefetto Marco Falco dal 2020 ad oggi ha adottato 24 interdittive antimafia nei confronti di imprese legate alla criminalità organizzata.