I numeri sono inequivocabili: i romani costretti a pagare un prezzo altissimo. I dati pubblicati da un recente dossier non lasciano dubbi
Come se non bastassero gli aumenti delle bollette, del costo della vita, delle vacanze e di tanti altri beni di primo consumo, il 2024 verrà ricordato anche come l’anno in cui gli italiani si troveranno costretti a pagare una cifra spropositata per l’Imu. L’aumento medio per ogni cittadino italiano possessore di un secondo immobile, sarà significativo. E in questa speciale graduatoria, i romani sono quelli messi peggio.
L’Imu resta una delle tasse più discusse e meno giustificate dalla popolazione italiana: tocca infatti uno dei beni principali: la propria abitazione. L’imposta municipale propria (IMU) è infatti l’imposta dovuta per il possesso di fabbricati, escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9, di aree fabbricabili e di terreni agricoli ed è dovuta dal proprietario o dal titolare di altro diritto reale. Nel corso del 2024 il costo per gli italiani sarà molto alto.
In una città capoluogo infatti, l’Imu per la seconda casa costerà in media circa 1022 euro. Ma in alcuni luoghi e in grandi città, si arriverà a superare i duemila euro. Lo rende noto un dossier pubblicato dalla Uil, che prende spunto dal Rapporto Imu 2024. Lo studio è stato realizzato in corrispondenza con la scadenza dell’acconto della tassa per il nuovo anno, fissata al diciassette di giugno. Per l’abitazione principale considerata di lusso il costo dell’imposta patrimoniale sarà in media di 2.531 euro, mentre per le relative pertinenze 99 euro.
L’analisi dei costi contenuta nel Rapporto Imu 2024 evidenzia significative variazioni tra le diverse città italiane, ma anche “una notevole disparità” tra le diverse zone del Paese. Mentre nel Nord Ovest il costo medio annuo dell’Imu è di 1.027 euro e nel Nord Est di 1.060 euro, nel Centro Italia il costo sale a 1.144 euro. Ancora più marcata è la differenza con il Sud e le Isole, dove i costi medi sono “significativamente inferiori”, pari rispettivamente a 982 euro e 829 euro.
Questa differenza sostanziale tra Nord e Sud può essere considerata “indicativa del diverso valore degli immobili nelle varie aree del Paese”. Infatti, il mercato immobiliare riflette in modo evidente le disparità economiche e sociali che caratterizzano l’Italia, con il Centro-Nord che registra prezzi e valori degli immobili decisamente più elevati rispetto alle regioni meridionali.
Tali divari territoriali, che si ripercuotono anche sul gettito dell’Imu, sono il risultato di molteplici fattori, tra cui il differente sviluppo economico e infrastrutturale, i livelli di occupazione e reddito, nonché le caratteristiche del tessuto produttivo e sociale. Queste problematiche richiedono un intervento mirato da parte delle istituzioni per riequilibrare le condizioni di partenza e offrire opportunità più eque su tutto il territorio nazionale.
Tornando all’Imu per le seconde case, a fronte di un costo medio di 1.022 euro (di cui 511 per l’acconto di giugno), Roma si porta a casa un triste, ma significativo primato. La capitale è infatti la città che ha fatto segnare il rialzo più alto. Roma si piazza al primo posto con un valore medio annuo di 2.135 euro, seguita da Siena (1.937 euro) e Padova (1.770). In coda alla classifica ci sono invece Catanzaro (509 euro), Messina (519 euro) e Caltanisetta (549 euro).
“Il nostro rapporto sull’Imu mette in luce la necessità urgente di una riforma strutturale del catasto per garantire una tassazione più equa sugli immobili in Italia”, ha dichiarato Vera Buonomo, la segretaria confederale della Uil. “Questa riforma, spesso annunciata ma mai attuata, è fondamentale per correggere gli squilibri attuali”, aggiunge, indicando la necessità di una riforma “realizzata con attenzione, assicurando che non si traduca in un aumento del carico fiscale complessivo generalizzato, ma piuttosto sia finalizzata a una redistribuzione più giusta delle imposte sugli immobili”.
Prendendo invece in considerazione solo le abitazioni principali di lusso, il costo medi si aggira sui 2531 euro. Di questi 1.266 euro solo per l’acconto di giugno. In questo caso la città più cara per costo dell’Imu risulta essere Grosseto (6.828 euro), seguita da Milano (5.966 euro) e Roma (5.774); le meno care sono Cremona (967 euro), Messina (1.018 euro) e Ragusa (1.083 euro). Nella classifica dell’Imu sulle pertinenze delle abitazioni principali di lusso al top ci sono Napoli, Agrigento e Ancona; le città meno care sono Trento, Belluno e Sondrio.