Come si comporta un romano in vacanza? Quanti giorni dedica alle ferie? Preferisce gli alberghi o le case in affitto. E soprattutto… quanto spende? L’identikit stilato dagli esperti, non lascia dubbi
Tempo di vacanze per milioni di romani, che stanno lentamente svuotando le città per raggiungere i luoghi di villeggiatura e rilassarsi. Il grande caldo che si è abbattuto sulla capitale nei giorni scorsi, ha portati numerose famiglie ad anticipare le partenze e a provare a trovare un pò di refrigerio in montagna o in riva al mare. Ma come si comportano i romani in vacanza? Quali sono le mete più gettonate dai cittadini che vivono nella capitale? Preferiscono gli hotel o le case di proprietà e quanti giorni dedicano alle vacanze estive?
Domande alle quali ha provato a dare una risposta la Cisl Roma Capitale e Rieti, che ha redatto un vero e proprio dossier, utile a regalare un identikit piuttosto preciso dei comportamenti dei cittadini romani in villeggiatura. Il sondaggio è stato realizzato nel corso del mese di luglio, contattando migliaia di cittadini e cittadine che vivono nella capitale. Attraverso le risposte, è stato possibile realizzare una fotografia piuttosto veritiera delle abitudini e delle scelte dei cittadini che abitano e vivono a Roma.
Secondo il sondaggio, il caldo estremo e le temperature più alte rispetto al passato hanno consigliato i romani ad optare per le vacanze. Il 63,7 % dei cittadini andrà infatti in vacanza, mentre oltre il trentadue per cento ha dichiarato di esserci già stato. Saranno vacanze soprattutto in famiglia (47,1 %) e di coppia (30,4 %), con amici e/o altre persone (17,9 %) o da single (4,6 %). Le mete più battute sono quelle italiane: oltre il settanta per cento (77,3%) ha dichiarato di viaggiare nel nostro Paese, e dureranno per la maggior parte circa una settimana (40,7%), anche se c’è chi potrà permettersi solo vacanze brevi di meno di 7 giorni (7,2%). Alberghi e case di proprietà le tipologie di alloggio preferite, mentre tra i trasporti l’auto privata si conferma il mezzo di prima scelta (68,1%), seguita dall’aereo (19,4%).
Come si comportano quindi i cittadini che vivono nella città eterna? Quali sono le loro preferenze e le loro necessità? L’identikit parla chiaro. I romani e le romane sembrano essere quasi totalmente autonomi/e (89,8%) nell’organizzarsi i viaggi. Preferiscono cercare la loro destinazione in rete, chiamano in prima persona le strutture ricettive e organizzano i loro tour. Solo una piccola percentuale, di poco superiore al dieci per cento, si rivolge alle agenzie di viaggio. I romani non amano sgradite sorprese e preferiscono essere lungimiranti con le prenotazioni. Generalmente le fissano ben prima il mese di maggio (comportamento scelto da oltre il 46,4 % del campione intervistato per la stesura del sondaggio). C’è però da riscontrare un’ampia fetta di persone che non partiranno (24,7%) o che ancora non sanno se potranno farlo (11,6%), additando come causa i prezzi troppo alti (45,6%), motivi familiari o di salute (26,8 %), motivi di lavoro e altro (27,6%). Le mete preferite? Quelle di mare, con numeri decisamente più alti rispetto alla montagna e alle altre località estive.
Uno dei dati negativi è legato ai costi, decisamente più alti rispetto agli anni scorsi. La previsione (confermata da chi ha già completato le vacanze) di spesa in aumento rispetto al passato è piuttosto evidente: spenderanno mediamente più di 500 euro il 20,9% delle persone, più di 300 euro il 23,6% e più di 100 euro il 12,5%, con aumenti di più di 50 euro negli alloggi (per il 62,4 %) e nei trasporti (per il 58,2 %). Enrico Coppotelli, segretario generale Cisl Lazio, evidenzia come “la fragilità generale del potere di acquisto di romani e romane – che si riflette in quel 36,3% del campione che non andrà in vacanza, e di cui il 73% ha dichiarato un reddito annuo per il 2023 tra 0 e 30.000 euro, sia costante campanello d’allarme sui cui intervenire con rinnovi contrattuali, politiche attive e contrattazione di secondo livello per innalzare anche la qualità della vita”.
Per il segretario generale della Cisl Lazio “l’identikit riflette una situazione di crescita e miglioramento delle condizioni che fa ben sperare e che ci dimostra come nel lavoro il dialogo ed il confronto che la Cisl in maniera pervasiva intraprende nella Capitale con le controparti è sicuramente un fattore di sviluppo per la città ed il territorio romano. Occorrono però politiche di sviluppo e di crescita soprattutto per innalzare i salari, ancora bloccati nella fascia fino a 30.000 euro e purtroppo rappresentano il 30% del nostro sondaggio. L’accessibilità infine non vada in vacanza”, termina Coppotelli, segnalando il rischio percepito dal campione del sondaggio di strutture alberghiere e trasporti non ancora completamente a norma.