“Non c’è un altro strumento. Vanno tagliate le accise per tre mesi e nel frattempo mettere in campo modifiche strutturali nell’intero settore”.
Sono le parole del segretario di Fegica Alessandro Zavalloni in un’intervista a Notizie.com. “I rincari che ci sono stati da luglio ad oggi hanno avuto come conseguenza diretta un aumento del gettito Iva non previsto, che può essere utilizzato per abbassare le accise. È un meccanismo già introdotto nella Finanziaria del 2008 e contenuto nella Manovra 2023 di questo governo. Ci sono circa 2 miliardi di euro che possono essere investiti per abbattere le accise di 12-13 centesimi per tre mesi, fino alla fine dell’anno. Serve per dare respiro fino alla fine dell’anno, mentre si agisce sul piano industriale. Certo, bisogna anche intervenire strutturalmente, ma ora c’è un’emergenza da risolvere”.
Ma se la soluzione è così immediata, perché secondo lei non viene attuata?
“Questo bisogna chiederlo al governo. Perché secondo lei si continua a dire che abbassando le accise si premiano i possessori di Ferrari? In Italia il dibattito è deviato. Si usano sciocchezze sul piano della comunicazione perché non vogliono tagliare le accise. Ma il governo lo dica e si prenda le proprie responsabilità senza scaricare la colpa sui benzinai. Ora tutti dicono che il cartello del prezzo medio non ha avuto alcun effetto, ma quando lo dicevamo noi venivamo accusati di non volere l’obbligo di esporlo”.
Perché ritiene che in Italia il dibattito sia deviato?
“Non si tratta di premiare i proprietari di Ferrari. C’è un’emergenza economica nazionale, l’energia investe tutti i settori e vanno presi dei provvedimenti. Continuiamo a polemizzare sul fatto che tagliare le accise significhi premiare i proprietari delle Ferrari e che invece il bonus benzina premierebbe i non abbienti. Sembra strano che dobbiamo dirlo proprio noi: dal primo luglio il gasolio è aumentato di 26 centesimi e la benzina di 15. Sono cifre significative e in autunno saliranno ancora perché cominceremo ad usare i riscaldamenti. Le prospettive sono due: o il governo aspetta che le dinamiche internazionali invertano la tendenza sperando in un colpo di fortuna – e non si governa così – oppure prende atto che questa è un’emergenza economica nazionale e agisce di conseguenza. Non si tratta di premiare i non abbienti con il bonus benzina. L’aumento dei prezzi dei carburanti influisce su quello dei beni di prima necessità e sui servizi, quindi sull’inflazione e sugli interventi della Bce. Sembra una pazzia che dobbiamo dirlo noi benzinai”.