I Carabinieri hanno fermato quattro ragazzi tra i sedici e i ventitrè anni, che componevano la banda. Il modus operandi con il quale portavano a casa i loro colpi era incredibile
Gli inquirenti l’hanno immediatamente ribattezzata “La banda delle dita negli occhi”. Il loro modus operandi era chiaro e gli permetteva di colpire le loro vittime, creando un problema fisico che si dimostrava decisivo. In pochi secondi stordivano le persone che intendevano derubare e approfittavano del loro stato confusionario, per sottrarre smartphone, orologi, borse e tutti gli oggetti di valore che portavano con loro.
La banda era formata da quattro ragazzi, tutti giovanissimi. Il boss ne aveva ventuno e organizzava i colpi insieme ad un ventenne e a due ragazze, di sedici e ventitré anni. Agivano prevalentemente di notte e sulle principali linee notturne degli autobus, sfruttando il buio, i controlli quasi inesistenti e le poche persone che circolavano e che potevano dare l’allarme.
Preferivano muoversi insieme e su un unico mezzo pubblico, attaccando via via tutte le persone presenti e cercando di sfruttare “l’effetto sorpresa”, per concludere il loro blitz, prima di darsi alla fuga. Ma l’ultimo tentativo si è dimostrato fatale ed ha portato al loro arresto. Si erano presentati sul bus notturno che attraversava il centro storico, armati di tutto punto: con coltellini e cocci di bottiglie di vetro, aggredivano le loro vittime. Ma la loro tecnica principale era quella di colpire le persone che volevano derubare, con le dita negli occhi. Li accecavano per qualche istante e poi sfruttavano il loro stordimento per sottrarre loro telefoni cellulari, gioielli e tutto ciò che conservavano.
La linea sulla quale sono entrati in scena era la NMA 10, una delle linee notturne che attraversa il centro storico della Capitale. I quattro sono entrati in scena intorno alle quattro del mattino, mentre il bus era semivuoto. All’interno c’erano infatti tre passeggeri, che hanno denunciato le violenze subite. I quattro ragazzi, tutti di origine sudamericana, li hanno aggrediti simultaneamente: i tre passeggeri hanno denunciato di essere stati minacciati con un coccio di bottiglia, colpiti negli occhi con le dita e derubati dello smartphone. Una terza vittima ha poi rivelato di essere stata colpita alle braccia con lo stesso coccio di bottiglia mentre era a bordo dello stesso mezzo.
Allertati dall’autista dell’autobus, che ha chiamato immediatamente il 112, sono intervenuti sul posto i carabinieri della Compagnia Centro, all’altezza di largo Santa Susanna. I militari hanno ascoltato il racconto delle vittime e una volta entrati in azione hanno bloccato i 4 ragazzi che hanno provato invano a darsi alla fuga, disfacendosi della refurtiva. A finire in manette sono quindi finiti un 20enne e un 21enne egiziani, una italiana di 23 anni e una 16enne sudamericana. Su di loro pendono anche le accuse di tentata estorsione, violenza, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di servizio.