L’ex presidente del Consiglio torna sulle accuse rivolte alla Francia in merito alla strage di Ustica. “Non ho parlato con Giorgia Meloni, perchè dovrei?”
Le sue parole sulla strage di Ustica hanno scatenato un polverone, riaprendo una ferita che non si è mai sanata. Giuliano Amato è tornato a ripetere la sua versione. In una conferenza stampa organizzata nella sede della Stampa estera, l’ex Premier ha tirato nuovamente in causa il presidente francese Emmanuel Macron, chiedendo che venga fatta chiarezza.
“La politica può fare ancora molto – ribadisce Amato – se vuole, per chiarire la vicenda di Ustica e non è detto che sia necessariamente la politica italiana, potrebbe anche essere quella francese: se ho il dubbio che 40 anni fa da un mio aeroporto sia partito un aereo che, pur involontariamente, ha compiuto un disastro simile, non ho bisogno che me lo chieda l’Italia per intervenire. Al giovane presidente Macron, che aveva due anni all’epoca, mi rivolgo quindi da amico invitandolo a liberarci dalla questione Solenzara”.
Il riferimento è alla base militare dell’aereonautica francese in Corsica. Secondo la ricostruzione dell’ex primo ministro italiano, proprio da li potrebbe essere decollato il caccia dal quale partì il missile che colpì il DC-9 dell’Itavia sui cieli di Ustica la notte del 27 giugno 1980 e che ha provocato la morte degli 81 passeggeri. Amato ha spiegato i motivi che lo hanno portato a tirare fuori il caso Ustica a distanza di tempo. E dopo anni di silenzi.
Nessun desiderio di creare polveroni mediatici o politici. Nessuna voglia di creare vantaggi o svantaggi a qualcuno. Amato non cerca secondi fini, ma solo la ricerca della verità. “A 85 anni comincio a ragionare avendo a mente qualcosa di diverso dai cronisti di politica: ho poco tempo davanti e sento che su Ustica c’è qualcosa di incompiuto”. Amato chiede aiuto ai piloti che quella sera sorvolavano i cieli di Ustica, nella speranza che qualcuno ricordi qualcosa. “La ricerca di verità da parte delle associazioni delle vittime comincia a diventare irrealizzabile perchè si muore: Purgatori se ne è appena andato, era una voce importantissima, altre che hanno vissuto la vicenda se ne possono andare, visto tutti gli anni passati. Chi ha guidato un aereo potrebbe dire ‘ero io alla cloche di un aereo che quella notte era tra gli altri a ronzare attorno al Dc9′”.
Amato ha anche ribadito di non aver nessun pregiudizio nei confronti della Francia. Nazione con la quale ha da sempre degli ottimi rapporti. “E lo dico da amico della Francia: non ho mai condiviso la testata di Materazzi a Zidane“. Poi torna serio: “L’ipotesi più accreditata, che è quella che sia stato un aereo francese, ha davanti a sé una Francia retta non da ottuagenari come me, ma da un giovane che quel giugno del 1980 aveva 2 anni e mezzo, è del tutto estraneo, e ha una prima ministra che nel 1980 era una studentessa. Entrambi hanno manifestato in più modi il desiderio di riappacificarsi con la storia, con se stessi e con gli altri. E questo è un terreno formidabile per fare questo”.
Le parole di Amato e le nuove accuse hanno riaperto il dibattito politico intorno alla strage di Ustica. “Pretendiamo verità e giustizia. Come la presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Daria Bonfietti da decenni chiede, come la stessa associazione chiede, come le istituzioni chiedono, come il Paese deve pretendere di chiedere”, ha dichiarato Stefano Bonaccini, Governatore dell’Emilia Romagna e Presidente del Pd. “A Bologna abbiamo patito tantissimo gli anni delle stragi e gli anni del terrorismo e, checché ne dica De Angelis che finalmente si è dimesso, la strage alla stazione di Bologna ormai è passata in giudicato come una strage fascista: si sa chi sono stati gli esecutori materiali, una parte dei mandanti, e anche i finanziatori tra cui Licio Gelli. Purtroppo – ha aggiunto Bonaccini – per Ustica non si sa praticamente nulla. Si sa troppo poco e un Paese civile ha il diritto di pretendere la verità e il dovere da parte delle istituzioni di consegnargliela”.
Sulla stessa linea anche l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Siamo di fronte ad una verità in sospeso, una verità a metà. Secondo me è sconcertante. Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale, una delle massime cariche delle nostre istituzioni, dovrebbe chiedere al governo italiano, oltre che a quello francese, di tirare fuori tutta la verità. Il governo italiano dovrebbe chiedere ai nostri servizi segreti la verità e fare un rapporto chiaro alla nazione, perché di fronte a queste mezze verità ci sono 81 morti che non hanno giustizia”, ha dichiarato il portavoce del Forum dell’indipendenza italiana. “Il governo – continua Alemanno – deve agire. Doveva agire a prescindere, ma di fronte a una cosa del genere, deve convocare i servizi, chiedere un rapporto e poi presentarlo alla nazione. Questo è il minimo che deve fare”.